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È questo il buongiorno?
La Serie A è tornata e con essa i tre punti della Sampdoria, che non solo arrivano in trasferta, ma si lasciano accompagnare anche da una prestazione davvero piacevole, gradevole, lodevole. Non è una goleada, non è una marcia trionfante sul Castellani di Empoli, ma una vittoria secca, precisa, con il minimo indispensabile, ma senza disdegnare il bel gioco. Perché il Doria di Marco Giampaolo fraseggia, gioca palla a terra, non fa nemmeno un cross, da nessuna parte del campo verso l’area di rigore: da un lato perché mancano gli arieti, fatto salvo Budimir che entra sul finale, dall’altro perché è il fraseggio quello che vuole l’ex tecnico dell’Empoli.
Il fraseggio che permette a Torreira di esaltarsi in ogni dove e in ogni modo: è il migliore in campo l’ex centrocampista del Pescara, insieme a Luis Muriel, che trova il gol partita e si rende protagonista di una prestazione maiuscola. Lo dice nell’intervallo, lo fa vedere in campo: non vuole più perdere tempo, non vuole buttare un altro anno il colombiano e sembra che finalmente sia arrivato il momento della responsabilità. Certo è che anche l’anno scorso, con Walter Zenga, Muriel era partito forte contro il Carpi, permettendo a tutti di esaltarsi in paragoni scomodi con Ronaldo: adesso siamo alla prova del nove, quella decisiva, ma vedendolo in campo a Empoli direi che siamo ben disposti a fugare qualsiasi tipo di dubbio. Io personalmente mi sento convinto che questo può essere l’anno giusto di Muriel. E accanto a lui Torreira.
I miei dubbi risiedono, però, in questa Sampdoria 1,5: non è la numero 2, perché Giampaolo ha dovuto rimaneggiare soltanto il centrocampo, lasciando ancora in panchina Bruno Fernandes e Luca Cigarini, due titolarissimi, acquistati con grandi aspettative e con due operazioni molto convincenti dal punto di vista del mercato. I miei dubbi nascono perché se il portoghese potrà prendere il posto di Linetty, polacco dalla grande personalità e dall’ottimo lavoro sporco in mediana, come potrà l’ex Atalanta far sedere in panchina Torreira? L’uruguaiano ha coperto qualsiasi settore del centrocampo, non è stato il top player dei passaggi (Barreto ne ha fatti 45), ma ha dominato in mediana e ha annullato completamente Saponara. E là dove non riusciva a fermare l’avanzata azzurra, ci ha pensato la difesa, che oltre a gestire benissimo il fuorigioco, si è ritrovata sempre pronta a rispondere alle avanzate avversarie. Ottimo Viviano, soprattutto, che si è rivelato ancora una volta fondamentale, proprio come in chiusura di campionato della scorsa stagione, esaltandosi nelle situazioni complesse. Una nota positiva arriva anche da Regini, che pur non essendo stato il migliore in campo, ha dimostrato che i sei mesi a Napoli non sono stati del tutto inutili, anzi.
Da rivedere, probabilmente, la gestione tattica di Budimir, che in fase di movimento è risultato abbastanza macchinoso: con l’inserimento di un ariete sicuramente la Sampdoria sarebbe dovuta andare al cross, cosa non fatta nei novanta minuti, per evitare che il croato si dovesse ritrovare a correre palla al piede, incespicando. Così come sarà ancora da rivedere qualche caparbietà da parte di alcuni giocatori spesso troppo individualisti, come è capitato a Muriel, meno rispetto all’anno scorso. Postilla per Alvarez, che oltre ad aver sbagliato una semplice conclusione verso la porta nei minuti iniziali, si è confermato decisamente troppo lento, difficile da spingere in avanti. Forse Schick può dare maggior velocità di manovra, ma sempre tenendo a mente che il ceco non è un trequartista. Cosa che invece è Dennis Praet. In ogni caso, se questo è il buongiorno, speriamo che il giorno sia radioso.