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70 anni di Samp – Gli auguri degli storici ex

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12 agosto 1946 – 12 agosto 2016, la Sampdoria compie oggi 70 anni di vita, settanta anni di grandi partite, settanta anni di partite così così, settanta anni di traguardi storici, di Derby vinti, di Derby persi, di giri per l’Europa o di campi sperduti in giro per l’Italia, settanta anni di tradizione, di stile e con una maglia che ha conquistato tutto il mondo per la sua unicità.

Sono tanti gli ex che hanno voluto fare gli auguri alla Samp e altri che hanno stilato una top 11 di questi 70 anni. Partiamo da Domenico Arnuzzo, che per il suo Doria all time schiera un 4-4-2 con Pagliuca in porta, Mannini, Bernasconi, Vierchowod e Briegel in difesa, Francis, Mora, Ocwirk e Cerezo a centrocampo e in avanti la coppia Viali-Mancini.

Leggermente diverse le scelte di Enrico Dordoni, che opta a sua volta per un 4-4-2 ma al posto di Francis e Cerezo sceglie Clarence Seedorf e Ruud Gullit. Gianluca Pagliuca invece resta su giocatori più dei suoi tempi e nella sua formazione oltre ad essersi messo in porta, sceglie Mannini, Vierchowod, Mihajlovic e Briegel in difesa, Lombardo, Cerezo, Veron e Platt a metà campo e in attacco sempre loro, Roberto e Gianluca. 

«A Genova – racconta Marcello Lippi, ct campione del Mondo con l’Italia nel 2006 – e nella Sampdoria sono cresciuto e ho definito tutta la mia vita, il resto è stata tutta una conseguenza. Ho avuto altre esperienze più prestigiose dal punto di vista calcistico puro, ma quella che mi ha formato è stata la lunga parentesi genovese e sampdoriana. La mia top 11? Non la faccio, impossibile riassumere 70 anni di storia in una sola squadra: Mancini e Vialli non si possono non mettere, ma puoi rinunciare a uno come Suarez o a Cucchiaroni? Sarei di una presunzione assoluta. Quello che conta è la Sampdoria».

Da un Commissario Tecnico passato a quello attuale, anche lui sampdoriano che però nella Samp non è riuscito a ottenere i risultati sperati, Giampiero Ventura: «Innanzi tutto dico alla Samp buon compleanno perché è uno di quelli importanti. È una società che mi ha preso quando avevo 13 anni e mi ha portato avanti. Ho giocato poco, ma poi ho proseguito coi ruoli tecnici: prima le giovanili, poi il preparatore, l’allenatore in seconda e infine l’allenatore. Sono arrivato ragazzo e sono uscito uomo. La mia top 11? Ci sarebbero troppi giocatori da includere, ne dico solo 2, Nacka e Skoglund che ho visto giocare, e aggiungo Chiorri: a lui penso col rammarico di non avergli visto fare quello che avrebbe potuto, una classe eccezionale».

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