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2015/2016, il pagellone: Pawel Wszolek

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Da un’estate a un’altra. Da riserva delle riserve al rimpianto di aver mancato la competizione estiva più importante. Già, perché contro ogni pronostico Pawel Wszolek è arrivato a un passo dall’essere tra i 23 convocati della Polonia per Euro 2016. Solo la rottura di un braccio a stagione ormai finita gli ha impedito di rientrare tra i convocati del ct Nawalka. Un peccato, perché nel 4-2-3-1 polacco e con l’annata disputata, Wszolek avrebbe meritato questo premio.

Un premio che sarebbe giunto alla conclusione di una stagione partita malissimo e finita con la delusione a interrompere i suoi progressi individuali. Nonostante due anni trascorsi nella Genova blucerchiata, cosa si è sempre detto di Pawel Wszolek? Il ragazzo s’impegna, ma è scarso. Un cuore d’oro, eh, ma non può giocare in Serie A. Molti si sono forse dimenticati che un giocatore va giudicato con un minimo di continuità, che Wszolek – per esigenze di classifica o altri motivi – non ha mai avuto con la Samp.

21 presenze e un gol nel 2013-14 speso a metà tra Rossi e Mihajlovic, poi il poco utilizzo sotto la gestione serba (appena sette presenze nel 2014-15). Usato come trequartista centrale, esterno a tutto campo nel 3-5-2 o persino terzino da Mihajlovic (malissimo a Verona contro il Chievo, positivo a Udine): mai una collocazione naturale per il polacco, che nasce ala e avrebbe avuto quindi bisogno di ben altre posizioni in campo. E pensare che nel 4-3-3 di inizio stagione – quello con cui la Samp arrivò terza nel girone d’andata – sarebbe stato utile come riserva. Invece, niente.

Capito che anche sotto Zenga non ci sarebbe stato spazio nel 4-3-1-2 (modulo che avrebbe ucciso le possibilità di giocare dell’ex Polonia Varsavia), Wszolek ha optato per l’arrivederci. A Genova è arrivato Lazaros Christodoulopoulos, giocatore più versatile nelle idee di Zenga. Wszolek ha fatto invece il percorso inverso, andando a Verona. Con l’Hellas, il polacco ha finalmente trovato il ruolo che tanto cercava: il 4-3-3 è stato il vestito tattico migliore per chi è un’ala pura, con tutti i limiti tecnici da svezzare.

Mandorlini l’ha centellinato all’inizio, fino alla gara contro persa in casa contro l’Empoli: da lì in poi, complice anche l’addio di Sala a gennaio e la scarsa vena dei suoi concorrenti in squadra, Wszolek non ha più mollato il posto da titolare. 26 presenze in totale, di cui 25 di fila. Con l’esonero di Mandorlini e l’arrivo di Delneri – vero cultore del gioco sulle fasce – il polacco è diventato fondamentale.

Che fosse 4-4-2, 4-2-3-1 o 4-5-1, poco importava. Mentre l’Hellas naufragava in un campionato forse già deciso a marzo con la retrocessione in B, Wszolek si ritagliava il suo spazio e conquistava simpatie tra i tifosi gialloblu. Alla fine del 2015-16, gli assist a referto sono ben cinque: tra i giocatori rimasti alla Samp per tutto il 2015-16, solo Antonio Cassano ha fatto meglio (6).

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Soprattutto lo schieramento con gli esterni ha permesso a Wszolek di esprimere sé stesso al 100%. Il resto l’ha fatto Delneri, fidandosi sempre del polacco e dandogli quella continuità mai avuta alla Samp. Il polacco ha giocato 1848′ solo in A, molti di più di quelli messi insieme in due anni sotto la Lanterna in tutte le competizioni (1274).

Il voto per Wszolek è positivo: tra i blucerchiati in prestito, è stato uno di quelli che si è segnalato in maniera maggiormente positivo. Lo stesso può dirsi tra i giocatori dell’Hellas, i quali hanno avuto una stagione difficile: il 6.5 sembra un giudizio adeguato.

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Ora c’è da chiedersi quale sarà il futuro di Wszolek, che non sembra centrare molto con il 3-4-2-1 nella testa di Montella. A destra ci sono già De Silvestri e Pereira, mentre da trequartista il polacco non funziona. Se l’Hellas fosse rimasto in A, si sarebbe potuto sperare in una cessione eccellente. Invece, ora è tutto un grande punto interrogativo. Il suo contratto scade nel giugno 2017: si cerchi almeno di evitare la sensazione di aver buttato quattro anni nell’aspettare un talento grezzo solo per poi vederlo partire a parametro zero.

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