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2015/2016, il pagellone: Roberto Soriano
Otto gol e tre assist in 37 presenze sono numeri notevoli, specialmente se stiamo parlando di un centrocampista. Le statistiche di Roberto Soriano, però, possono ingannare: questi numeri sono stati quasi tutti collezionati durante il girone d’andata. Forse le voci di mercato lo hanno destabilizzato, forse la squadra ha perso le pedine più importanti (vedi la cessione di Eder, l’infortunio di Carbonero), ma sta di fatto che dopo il Derby di gennaio, quando parve in forma smagliante dopo quella doppietta rifilata ai rossoblu che lo erse a idolo delle folle, il numero 21 della Sampdoria non è più lo stesso.
E’ vero, ha battuto il proprio record personale di marcature stagionali, ma fossero state più costanti forse la Samp sarebbe riuscita a salvarsi prima. 6 reti e 2 assist nelle prime 18 giornate, poi si va a corrente alternata: l’ultimo gol segnato risale al 5 marzo contro l’Hellas Verona, ed è anche l’ultima partita in cui ha realmente lasciato il segno. La prima metà di stagione è stata davvero buona, sembrava l’annata del salto di qualità, ma il Capitano non ha saputo reggere fino alla fine e portare la sua nave in salvo.
Già, Capitano. Credo che non ci sia molto da dire in merito a questa faccenda. E’ una carica che si porta dietro da inizio stagione, ma in pochi gliel’hanno riconosciuta: Soriano è un giocatore molto tecnico, abile con i piedi, ma si percepisce chiaramente che non ha la stoffa da leader. Non è un trascinatore, è timido, riservato, che non necessariamente devono essere difetti, ma certo non compongono un curriculum adatto a portare la fascia al braccio. Ma la cosa che ha più deluso è stato il suo atteggiamento in campo negli ultimi tre mesi: poco convinto e concentrato, spesso avulso dal gioco, mai decisivo e assetato di vittoria. Sia chiaro, non è stato l’unico.
Ciò che semini, però, poi raccogli. L’ultima batosta è stata l’esclusione dai convocati per EURO 2016. Uno come lui, ormai da tempo nel giro della Nazionale, sempre convocato per le amichevoli e spesso messo in campo da Conte, alla fine ha pagato proprio il drastico calo degli ultimi mesi. Se l’Inter a gennaio premeva per avere la precedenza ad acquistarlo in estate e ora sembra non voler neanche più sentirne parlare, un motivo c’è.
A sua discolpa si può dire che il “doppio trequartista” spesso avvallato da Montella probabilmente non gli è congeniale, specialmente se in coppia con Joaquin Correa (poco concreto, a mio avviso), ma la sua stagione è divisa in due metà diametralmente opposte fra loro e il voto complessivo non può essere che un secco 5.