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Quagliarella: «Sembra che non sia mai andato via da qui. Ora umiltà e pedalare»
E’ stato decisamente l’acquisto più azzeccato del mercato di gennaio, Fabio Quagliarella. E’ vecchio, dicevano, e invece guarda un po’ che fior di giocatore che arriva alla Sampdoria.
Le sue prestazioni e i suoi gol (3 in 10 presenze con la maglia blucerchiata) hanno portato punti e fiducia, ma la strada è ancora lunga per arrivare a mettere in cassaforte la salvezza: «Non possiamo dirci al sicuro. La vittoria con l’Udinese ci ha fatto trascorrere una settimana un po’ più tranquilla, ci siamo allontanati dalla zona calda, però dobbiamo ancora a fare punti. Trovare i motivi di una stagione complicata non è mai semplice, a volte ti trovi all’improvviso in situazioni negative e non te ne accorgi neanche. Speri sempre di vincere la partita successiva, poi non riesci a farlo e la classifica comincia a fare paura. In momenti simili subentra l’ansia – racconta ai microfoni di Premium Sport – a maggior ragione in una squadra di qualità che non è abituata a stare in determinate posizioni. In questi casi occorre usare la testa, essere umili e pedalare. Noi siamo stati bravi a uscirne e dobbiamo continuare così».
Di squadre ne ha cambiate tante, è vero, ma come ha sempre ammesso la Sampdoria gli è rimasta nel cuore: «Sembra che in questi dieci anni non sia mai andato via. I rapporti con i compagni, anche se ovviamente sono cambiati, con la società, con i tifosi sono rimasti intatti. Così come l’ambiente, l’amore della gente, che allo stesso tempo ti lascia lavorare tranquillamente. E questa è la cosa più bella: mi ha dato una grossa spinta per iniziare con il piede giusto. Ora ci tengo a finire bene».
Il bomber napoletano si è da subito inserito nei meccanismi della squadra, anche se prima di vederlo in campo qualcuno dubitava che potesse prendere il posto di Eder: «Sostituire un giocatore che ha fatto 12-13 gol non è facile. Eder ha lasciato un ricordo indelebile; io, nel mio piccolo, mi sono messo subito a disposizione. Ciò che si fa sul campo, per me, è l’unica risposta, non mi piace fare chiacchiere. Faccio gol belli e sbaglio quelli facili? Da quando sono qui ho preso tre traverse e i portieri avversari hanno parato l’impensabile, però fa parte del gioco. A me piace segnare gol belli – spiega – calciare da lontano, essere imprevedibile. A volte riesco, a volte no; ma sono uno che lavora anche per i compagni e in questa squadra mi diverto perché ci sono tanti giocatori forti, di personalità e ottima tecnica, ci capiamo al volo».
Oltre che con i compagni, anche i rapporti con il tecnico blucerchiato sembrano filare lisci: «Con Montella c’è sempre stata stima reciproca. Il mister mi voleva già negli anni passati a Firenze, ora ho avuto la fortuna di essere allenato da lui e sono messo nelle condizioni di poter rendere bene. Mi dà fiducia, nonostante la concorrenza, e io la devo ripagare».
Su un possibile futuro da allenatore, una volta appesi gli scarpini al chiodo: «Non lo so, sono talmente concentrato sul calcio giocato che non ci penso. In futuro spero di restare nell’ambito calcistico. Chiudere a Genova? Ho ancora un anno di contratto, discuteremo con la società per capire le loro intenzioni. Una cosa è certa: io qui sto benissimo – ammette – però lo devono volere anche altri. Dico così perché in carriera ho cambiato talmente tante squadre che non posso avere certezze».
Settimana bollente in casa Milan, prossima avversaria della Samp, che arriverà al “Ferraris” con un cambio in panchina: «Mi spiace per Mihajlovic perché credo ci tenesse a tornare a Marassi e a giocare contro la Samp. Ovviamente quando si cambia allenatore qualcosa succede, la scossa solitamente c’è e, anche se non sarà semplice, noi dovremo essere bravi e preparati a fare la nostra partita, cercando di dare una gioia ai nostri tifosi. Brocchi? C’è curiosità, ne ho sentito parlare molto bene e credo non sia un caso se lo abbiano promosso in prima squadra. Gli faccio un grosso in bocca al lupo dalla prossima partita, non da questa. Scherzi a parte, l’ho conosciuto, è un ragazzo eccezionale e si merita il meglio. Come se lo merita il mio compaesano Donnarumma. Sono felicissimo quando un ragazzo di Castellammare arriva a grandi livelli. Sarà un piacere affrontarlo, gli parlerò in napoletano e gli dirò che farò il tifo per lui. Non credo si offenderà nel caso gli facessi gol, ha tutto il tempo per togliersi delle soddisfazioni».
Quagliarella, infine, svela i due obiettivi che vorrebbe raggiungere al termine di questa stagione: «In cuor mio spero di arrivare in doppia cifra, traverse e portieri permettendo – rivela con un sorriso -. E mi auguro che i miei gol siano importanti per portare a casa punti preziosi. La Nazionale? Conte è l’allenatore che mi ha avuto di più, sono stato tre anni sotto la sua guida e mi conosce sotto tutti i punti di vista: sa i miei pregi e i miei difetti e cosa gli posso dare. Ma ovviamente è una scelta che deve fare lui. Sa chi vuole per l’Europeo e credo stia puntando su un gruppo giovane; poi è normale sperarci sempre, ma con la massima serenità».