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Eder avvisa l’Inter: «Soriano sarebbe un grande colpo»
Preso dall’Inter per risolvere i problemi in attacco di Roberto Mancini, Eder è ancora a secco di gol. Un paradosso che però non pesa all’attaccante nerazzurro, il quale non avverte l’urgenza di segnare. La priorità per lui è che la squadra vinca. Ed è disposto a sacrificarsi, giocando in qualsiasi ruolo, pur di aiutare i nerazzurri.
Lo ha rivelato nel corso dell’intervista al Corriere dello Sport, svelando un aneddoto relativo alla sua esperienza nella Sampdoria: «Le racconto una cosa. L’anno scorso dovevano giocare proprio contro i giallorossi all’Olimpico e io ed Eto’o avremmo dovuto giocare da esterni, con Okaka (e negli ultimi 15′ Muriel, ndr) in mezzo. Ebben, Samuel è venuto da me e mi ha detto: “Non mi interessa se dobbiamo fare i terzini, oggi dobbiamo vincere”. Il risultato è che noi abbiamo corso avanti e indietro sulla fascia e la Sampdoria si è portata a casa i 3 punti. Samuel raccontava anche dell’anno del Triplete con l’Inter, dicendo che se glielo avessero chiesto avrebbe fatto anche il portiere. Io lo ascoltavo e mi venivano i brividi. Insomma, se l’ha fatto lui, perché non dovrei farlo io?».
Eder ha parlato poi del suo addio alla Sampdoria e delle difficoltà nel cambiare squadra a stagione in corso: «Non è facile cambiare a metà stagione. Anche per ragioni che vanno al di là del campo. Ad esempio, io sono qui da un mese e mezzo, ma solo da una settimana sono entrato nella mia casa nuova. Non cerco scuse, ma è la realtà. D’estate ci sarebbe stato più tempo per ambientarsi e inserirsi». E per l’Inter ha detto no al Leicester: «Sì e non me ne pento. Ripeterei la stessa scelta. Con tutto il rispetto, l’Inter è l’Inter. Sono da tanti anni in Italia e so cosa significhi questa maglia. Con il Leicester, però, era praticamente tutto fatto. Avevo anche parlato con Ranieri, che è una persona eccezionale e voglio ringraziarlo. Farò il tifo perché vinca la Premier. Ma non potevo rinunciare all’Inter», ha spiegato Eder, che smentisce l’ipotesi che si tratti di una scelta legata al timore di perdere la Nazionale: «Macché. Sarei andato in Inghilterra, non in Cina. Conte, peraltro, ha continuato a chiamare Darmian e Pellè».
Poi su Roberto Soriano, accostato insistentemente all’Inter: «Non so cosa accadrà. Ma, se dovesse arrivare davvero, per l’Inter sarà un grande colpo. Soriano è innanzitutto un bravo ragazzo, ma anche un grande calciatore, un centrocampista moderno, in grado di interpretare al meglio entrambe le fasi». Infine, sul passaggio da Massimo Ferrero ad Erick Thohir: «Ferrero è decisamente atipico (risata, ndr). Ma devo dire che sono entrambi molto positivi. Ogni volta che lo incontriamo, Thohir trasmette grande carica. Ci spinge a raggiungere il terzo posto, ma senza mettere troppa pressione, vuole che continuiamo a entrare in campo tranquilli. Anche Ferrero è abituato a stare vicino alla squadra, pur venendo dal mondo del cinema, è uno che ci sa fare».