Angelo Palombo, dall’inferno al paradiso - Samp News 24
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2013

Angelo Palombo, dall’inferno al paradiso

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Sembrava una storia finita tra la Sampdoria e il 17 blucerchiato, un’avventura iniziata nel caldo agosto del 2002, quando arrivò da svincolato dalla Fiorentina che era fallita e interrotta dieci anni dopo, il 28 gennaio 2012 quando giocò la sua ultima partita con la maglia blucerchiata contro il Gubbio in Serie B, prima di passare all’Inter.
Ma non fu un addio, fu solo un arrivederci: «Per me, quello di un anno fa, fu il momento più duro, quello in cui ho lasciato Genova – le parole di Angelo rilasciate direttamente dalla sala stampa del “Mugnaini” e raccolte dal sito ufficiale della Sampdoria – . Come ho sempre detto, non sarei mai andato via. L’ho fatto solamente per il mio bene e quello della Sampdoria. Mi è stata chiesta una cortesia e, per il rispetto alla famiglia Garrone, alla quale devo tanto, ho accettato».
Dopo l’esperienza negativa all’Inter, solo tre presenze e nemmeno 180 minuti giocati, Palombo perse anche la Nazionale: «Per un certo periodo persi stima in me stesso. Quando si sta male, si vede tutto nero. Era molto difficile potermi esprimere su buoni livelli come avevo sempre fatto. Non so neanche io dove ho preso la forza per poi ricominciare. Nei mesi scorsi sono state dette e scritte tante cose non vere, tipo che non me ne volevo andare per una ripicca o che avevo smesso di giocare o che sono uno scemo; tutte cose che mi hanno fatto rimanere male, come perdere la Nazionale».
Alla fine dello scorso campionato, coinciso con il ritorno della Sampdoria in Serie A, la società nerazzurra non riscattò il cartellino del giocatore di Ferentino e quindi il 1° luglio Angelo ritornò a Genova. Ma non fu “dolce” ritorno, infatti gli venne comunicato che lui non faceva parte del nuovo progetto e quindi venne messo ai margini della squadra: «Ho sofferto più del dovuto. Dovevo ragionare più con la testa che con il cuore, però, come ha detto il mio amico Daniele De Rossi riguardo alla Roma, io rifarei tutte le scelte in positivo e in negativo per la Sampdoria. L’estate scorsa mi arrivarono molte offerte dal Torino al Bologna e addirittura da alcuni club russi che mi offrivano cifre importanti, ma mi sono impuntato: volevo rimanere alla Sampdoria, perché sapevo che sarebbe arrivato il mio momento. Non rimasi per fare un dispetto alla società, a Sensibile, a Ferrara o ai miei compagni. Non ero io quello dell’ultimo anno; avevo voglia di rivalsa personale: non era possibile che la storia con la Samp dovesse finire così».
E infatti non è finita, anzi sembra che sia iniziata una nuova carriera per Palombo, che ha ancora voglia di dare molto per la maglia blucerchiata: «Non ho mollato, ho cercato di farmi trovare pronto. Se uno molla, quando si presenta l’occasione, si fa molta fatica per recuperare. Per questo motivo sono andato a fare qualche partita con la Primavera, ma poi mi dispiaceva rubare il posto ad un ragazzo giovane e quindi lasciai perdere. Mi sono quindi rimesso in gioco come decimo centrocampista con la consapevolezza di ricominciare in un gruppo che era tornato in Serie A. Sono rientrato in punta di piedi come un giocatore normalissimo. Sono le grandi motivazioni che avevo dentro che mi hanno portato fino ad oggi».
Palombo ha fatto di tutto per riconquistarsi la fiducia dell’ambiente blucerchiato, a partire dai tifosi fino ad arrivare alla società: «All’inizio è stato molto difficile perché restavo fuori dalle convocazioni anche nelle partite amichevoli e questo, sinceramente, mi sembrava esagerato; ma ora non ci penso più e non mi interessano certi discorsi: sono contento e voglio migliorarmi. Ho 31 anni, sto bene fisicamente ma soprattutto mentalmente»
L’Angelo blucerchiato ha resistito a tutto, è andato avanti per la sua strada, convinto che la sua avventura alla Sampdoria non era finita, anzi era appena ricominciata: «Delio Rossi è stato subito chiaro. Prima di parlare con lui non ero molto tranquillo, pensavo di essere di troppo anche per lui. Ma per fortuna non è andato così e da quel momento è finita la mia sofferenza sportiva; mi sono liberato come di un peso da dentro lo stomaco. Il nuovo mister mi disse che non esisteva nessuna preclusione nei miei confronti e aggiunse che se lo meritavo potevo giocare. È stato leale, trasparente e non mi ha nascosto niente, per questo lo ringrazio».
Ora Angelo, nel suo nuovo ruolo da difensore centrale, è pronto per continuare la sua carriera con la Sampdoria, per entrare di diritto nella storia di questo club, in quanto ad oggi sono 365 le presenze con la casacca blucerchiata e non ha alcuna intenzione di fermarsi: «Il mio unico obiettivo è quello di fare il bene mio e soprattutto quello della Samp, come ho sempre cercato di fare. Anche quando mi chiesero di non andare in ritiro a Bardonecchia ma di rimanere qui a Genova lo feci per il bene della squadra, accettai di restare a Bogliasco per allenarmi. Quando ritornai in gruppo, i miei compagni mi fecero sentire subito uno di loro».
Certamente questi mesi hanno segnato Angelo Palombo, sia dal punto di vista professionistico ma soprattutto anche dal punto di vista umano; ma il peggio è passato e oggi il 17 blucerchiato sembra essere ritornato quello di una volta, quello che invogliava la gradinata Sud a cantare “noi abbiamo Angelo Palombo”: «Tutti questi episodi mi hanno fortificato e migliorato sia come giocatore che come uomo. Ho migliorato il carattere, ho cambiato in un certo senso anche il modo di ragionare. Ho certamente fatto degli errori, ma sempre in buona fede. Ora sono fiero ed orgoglioso di far parte del progetto Sampdoria, del presente e del futuro. Chiudere la carriera qui è sempre stato il mio sogno. Cercherò di aiutare la società a far crescere i ragazzi più giovani e da parte mia ho ancora tanta rabbia dentro da tirare fuori sul campo».

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