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Sarebbe bastato così poco…

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Alle volte, veramente, basta poco. Basta avere un giocatore che incappa nella più brutta giornata della sua carriera, basta avere 25 minuti di black out contro l’avversario sbagliato, basta avere gli interpreti sbagliati, anche solo per un undicesimo. Sarebbe bastato davvero poco per trasformare Sampdoria – Napoli in una partita completamente diversa. E questo è quello che fa ancora più male, quello che fa ancora più rabbia. Perché la Sampdoria di ieri, proprio perché in grado di pungere due volte un avversario che sulla carta gioca a uno sport completamente diverso, è sembrata l’incarnazione di quello studente che potrebbe fare faville se si applicasse un po’ di più.

Gettare la croce sul povero Barreto sarebbe ingiusto e scorretto sotto tutti i punti di vista, come è altrettanto ingiusto anche solo pensare che un solo giocatore, uno qualunque, possa essere in grado oggi di fermare questo straripante Higuain. Ma è altrettanto vero che mai come ieri è stato facile per gli avversari bucare per vie centrali, senza contare che il gol di Higuain e il rigore su Albiol sono stati due veri e propri cadeaux.

Quella di oggi sarà con ogni probabilità la giornata di Ranocchia, giocatore di cui attualmente la Sampdoria ha bisogno come il pane, ma non solo lui. Perché nella partita di ieri si è visto come ci sia bisogno anche di un altro elemento, che manca dall’inizio della stagione ma la cui assenza è stata resa meno pesante dalla vena realizzativa di Eder. C’è bisogno di un centravanti, anche un capannone vecchio stampo in grado da solo di tenere impegnati due giocatori avversari. Di fatto, quello che nel gennaio di due anni fa fece Stefano Okaka. E il gol di Pazzini contro il Genoa, che ha fatto esultare l’intero stadio, è stato il più bello e al contempo triste modo di renderlo evidente.

E ancora una volta, in chiusura, mi trovo a scrivere di quel ragazzo argentino con il numero 10 sulle spalle. Probabilmente non sarà il nuovo Pastore, sicuramente non si tratta di quel nuovo fenomeno del calcio argentino dipinto da Veron l’anno scorso, ma finalmente sta prendendo fiducia. Il suo problema non è mai stato il fisico, mai sono stata d’accordo su questo aspetto sottolineato da molti, ma l’atteggiamento, la maturità. La capacità di subire i contrasti avversari, capire che non sempre si può giocare di fino, fare proprio il concetto che una volta perso il pallone, non si può restare fermi quasi a dispiacersene come i bambini al parco. Per sua stessa ammissione sta prendendo fiducia e lo ha dimostrato con il secondo centro consecutivo. Se son rose…

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