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Ferrero: «Se non si imputano i miei giocatori, non vendo nessuno»
Ultima partita del girone di andata la Sampdoria la giocherà con la Juventus, squadra lanciatissima che nelle ultime otto partite non ha sbagliato nulla. Massimo Ferrero, numero uno della Sampdoria, a Tuttosport, parla del match casalingo contro i bianconeri partendo proprio dalla sua controparte gli Agnelli: «Ho molta stima, ma l’espressione di uno a cui è morto il gatto. Purtroppo i figli di papà devono rendere sempre conto di qualcosa, io non ho impegni con nessuno. Se fossi diplomatico come Marotta, invece, sarei padrone del mondo. Lui esce al mattino sapendo il copione che deve recitare, io invece cado a braccio. Lo stimo molto».
Si torna anche sul tormentone “vendere la sampdoria”: «Si dice che cedo la società o che ho qualcuno che mi finanzia, ma la verità è che non si accetta un presidente esordiente, esuberante e pieno di energia positiva come me, possa essere anche un imprenditore che ha fatto e sta facendo tanto e bene. C’è tanta invidia nei miei contronti, a volte penso che ci sia un mandante» e sul mercato Ferrero è chiaro: «Ho rotto le scatole a Della Valle fino a che non si è arreso e ha liberato Montella. Vincenzo l’ho convinto con il mio entusiamo e con un progetto serio. Lui è una persona molto perdebe. Se un altro presidente fosse riuscito a prendere Montella come allenatore sarebbe stato osannato da tutto il mondo del calcio. Io invece vengo sempre guardato con diffidenza. Se non si impuntano i miei giocatori, non vendo nessuno. Con l’Inter ho parlato per Ranocchia, Dodò e Santon».