2015
Il commento tecnico: Il punto della svolta
Dopo il gol all’ultimo minuto di Zukanovic ho guardato le facce dei giocatori blucerchiati e ho capito che quello di ieri è stato, probabilmente, il punto della svolta. Non ci sperava più nessuno nel pareggio dopo quel gol bellissimo quanto casuale (la palla era praticamente fuori quando è stata rigiocata dai biancocelesti) firmato Alessandro Matri. Invece i ragazzi di Montella ci hanno creduto più di tutti e hanno trovato quel gol che serviva per accrescere l’autostima al termine di una partita giocata con ordine e solidità, nonostante il gioco offensivo sia ancora non poco latitante. Ad essere sinceri è stata un partita brutta come poche. Entrambe le squadre sono sembrate troppo abbottonate e caute per lunghi tratti della partita, nonostante la Lazio abbia messo in campo un assetto più offensivo per cercare di essere propositiva fin dal primo minuto.
Vincenzo Montella ha rischiato non poco nello schierare un undici iniziale molto più vicino al 4-5-1 che al 4-3-3. L’obbiettivo, nemmeno troppo nascosto, era quello di contenere e di occupare bene le linee di passaggio pur mantenendo corta la distanza fra i reparti. Ecco quindi che gli esterni biancocelesti (Candreva su tutti) si sono trovati ad attaccare pochissimo in contropiede, vera indole dei ragazzi di Pioli, sbattendo costantemente sul muro difensivo blucerchiato. La Samp, dopo i primi quindici minuti in cui non ha minimamente controllato il ritmo della gara, ha fatto la sua partita senza infamia e senza lode mostrando una bella unità d’intenti e una voglia comune di uscire dal momento buio. Molto interessante la prestazione di Cassano finalizzata alla pressione su Biglia (mai visto Antonio partecipare così tanto alla fase difensiva) e alla gestione del pallone da ripartenza difensiva, utile per far salire la squadra e per favorire i movimenti senza palla. La Lazio è sembrata poca cosa, soprattutto in una gara come questa dove non è mai stata in grado di fare contropiede. Merito dei ragazzi di Montella e della loro abnegazione difensiva. Anche a centrocampo si sono visti dei passi in avanti da tutti gli interpreti. Soriano, in particolar modo, è sembrato più rilassato e sereno nell’approccio alle situazioni di interdizione e ripartenza. Il calciatore italo tedesco, in mancanza di altri giocatori, è il vero nucleo fondamentale per iniziare a portare avanti i concetti tattici di Montella: qualità e cambio passo nell’impostazione della manovra a centrocampo. E’ mancato, invece, l’accompagnamento alla fase offensiva da parte degli esterni, impegnati perlopiù a muoversi perfettamente all’interno delle proprie maglie difensive. Ancora lontana sembra l’idea di quello che sarà la Sampdoria nelle idee di Montella. Ieri, però, si sono iniziati a vedere dei segnali positivi, soprattutto a livello di concentrazione e spirito di gruppo. Fondamentale sarà il recupero psicologico di questa squadra, magari non così forte da lottare per l’Europa ma sicuramente sufficientemente attrezzata per fare un campionato più che tranquillo. Inutile parlare di mercato e di possibili arrivi. Quello che conta è trovare un quadratura e per farlo è necessario partire dalla fase difensiva, soprattutto in un momento così delicato.
Quel calcio di punizione di Zukanovic può aver significato qualcosa di nuovo. Il tempo sicuramente aiuterà tutte le magagne di questa squadra, ancora molto lontana dalla forma migliore. Questo risultato, ottenuto in questo modo, può rappresentare il punto di svolta della stagione. Montella e i suoi ragazzi devono convincersi che le possibilità per fare bene ci sono e che tenendo il gruppo unito e puntando tutto sulle idee di gioco e sulla chimica di squadra si possono superare qualsiasi difficoltà. Come diceva Michael Jordan: “I limiti, come le paure, sono spesso solo una illusione“.