Coda al rientro: «Il sacrificio ha pagato. Ora uniamoci per uscire da questa situazione» - Samp News 24
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2015

Coda al rientro: «Il sacrificio ha pagato. Ora uniamoci per uscire da questa situazione»

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La storia di Andrea Coda, almeno quella che riguarda la Sampdoria, non è certa una delle più belle da raccontare: un arrivo travagliato nel mercato di gennaio assieme a Muriel, le lacrime per la fine della trattative e poi…la panchina. 57 minuti distribuiti su due presenze lo mettono ai margini della rosa, chiuso dalla coppia di ferro Romagnoli-Silvestre. La preparazione estiva con Zenga, la presenza in Europa League (seppur con finale tragico) e la prima partita di campionato contro il Carpi lo reinseriscono nei meccanismi della nuova Sampdoria dell’Uomo Ragno, che sembra voler affidargli la maglia da titolare davanti a Viviano. Ma la sfortuna di Andrea non era finita, perchè durante la partita successiva contro il Napoli, dopo solo 22 minuti esce in lacrime dal rettangolo verde del San Paolo: lesione al crociato della gamba sinistra e addio girone di andata.

Ma non poteva finire così, perchè la voglia di tornare a correre e di rimettersi in gioco ha prevalso sull’infortunio e ha fatto sì che il numero 6 blucerchiato abbia anticipato, e di molto, il recupero completo. Oggi SampTV ha intervistato il difensore al rientro in gruppo, e lui esprime così tutta la sua gioia: «L’infortunio fa parte di un brutto ricordo, e purtroppo è stata la seconda operazione che ho dovuto subire, ma con l’impegno e la collaborazione di tutto sono riuscito a rimettermi in piedi nel minor tempo possibile. Ovviamente, un ringraziamento speciale va al Dott. Mariani, perchè gran parte del lavoro l’ha fatto lui, ma voglio ringraziare tutto lo staff della Sampdoria, dal magazziniere che mi apriva il centro la mattina presto, al mio preparatore atletico e tutti i fisioterapisti. Siamo riusciti a centrare un obiettivo importantissimo, perchè oggi siamo a tre mesi dall’infortunio e sono tempi di recupero impensabili, o almeno lo erano prima dell’operazione. Fa molto piacere a livello personale, perchè vuol dire che il sacrificio alla fine paga».

Un brutto scoglio da superare, proprio in un momento in cui sembrava acquistare la fiducia del mister: «L’infortunio è arrivato in un momento favorevole per me, perchè sono arrivato a gennaio in un momento fantastico e subentrare in un meccanismo già ben consolidato era difficile. Quest’anno, essendo ripartiti da zero, eravamo tornati più o meno sullo stesso livello; essendo riuscito a giocare le prime partite, questo brutto episodio è stato una bella botta psicologica. Purtroppo nella mia carriera ho avuto tanti infortuni e questo a trent’anni poteva darmi una bella mazzata».

La situazione della Samp non è delle migliori, ma Coda ha già passato nella sua carriera momenti del genere e sa che prima o poi la tendenza si inverte: «Abbiamo cambiato allenatore ma le cose non stanno girando come dovrebbero, ciò non toglie che a mio avviso la squadra non è da questa posizione in classifica. In passato, anche a Udine mi era capitato un periodo simile: avevamo fatto un pre-campionato molto presto, verso la fine di giugno, e per la prima parte di stagione siamo andati bene, poi per due mesi e mezzo abbiamo avuto un calo fisico e mentale non da poco. Come se ne esce? E’ una questione che nasce da noi, da ogni singolo, dall’individuo che dà una mano al proprio compagno e con l’unione ne verremo fuori. I ragazzi più esperti possono e devono tirarsi dietro quelli più giovani, perchè per loro potrebbe essere la prima esperienza negativa. Ci vuole una coesione tra l’esperto e il giovane, che prima la riusciamo ad ottenere meglio è».

Un’ultima battuta sui rapporti con i compagni attuali, coi quali si è integrato alla perfezione: «Io sono arrivato l’anno scorso e ho trovato un gruppo fantastico, perchè in realtà nell’Udinese gli italiani si contano sulle dita di una mano. Qui ci sono ragazzi eccezionali e un ambiente fantastico, quindi abbiamo una compattezza di gruppo molto forte, e con lo “zoccolo duro” dei ragazzi che sono qui da più tempo si è creata un’unione, anche con i nuovi arrivati, davvero speciale. Dobbiamo far tesoro di questo e mostrarlo anche quando siamo in campo, per venir fuori tutti insieme da questa situazione. Sembrano frasi fatte, ma è la verità».

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