Zenga: «L'esonero è arrivato solo per la contestazione dei tifosi. Cassano...» - Samp News 24
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2015

Zenga: «L’esonero è arrivato solo per la contestazione dei tifosi. Cassano…»

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Ormai è lontano, solo e pure esonerato. Walter Zenga non è più l’allenatore dalla Sampdoria da ieri pomeriggio: un colpo a sorpresa quello del presidente Ferrero, che tra qualche giorno spiegherà il perché di questa separazione fulminea. Intanto, però, il problema diventa trovare il sostituto, anche se l’Uomo Ragno non ha risparmiato qualche osservazione da Dubai.

L’ormai ex tecnico blucerchiato dice la sua sull’esonero che l’ha colpito ieri: «Non ho recriminazioni per quanto fatto alla Samp: ho dato il massimo e raggiunto buoni risultati, visto che la squadra ha 16 punti, due in meno della Juve e quattro dal Milan. Trovo strano che mi sia stato detto, per motivare l’esonero, che i tifosi ce l’avevano con me. Mi sembra un segno di come va il calcio italiano di questi tempi: come allenatore, se vado sotto la gradinata per parlare ai tifosi ricevo la diffida della Lega Calcio. Una società, invece, ti esonera perché i tifosi ti contestano. Una bizzarra contraddizione…».

La delusione allora non è nemmeno tanto nascosta, sopratutto nei confronti del sistema italiano: «Quest’esperienza mi fa ricordare perché vivo all’estero: è un fatto di cultura sportiva, di dare importanza alle cose giuste anche nel calcio. Io sarò fatto male, ma sono fatto così, mi prendo sempre la responsabilità delle mie scelte. Sono in pace con la mia coscienza e so di aver fatto quello che potevo. Compreso chiedere scusa quando ce n’era bisogno dopo certe sconfitte. Non tutti sanno farlo…».

A Zenga non è piaciuta la querelle sul viaggio di Dubai, come riportato da “Il Secolo XIX”: «Ridicolo. A Dubai ho moglie e figli piccoli che non vedeva da settimane. Sfido qualunque genitore a non voler tornare a casa ogni tanto e poi per quel volo ho già detto che sono stato autorizzato dal presidente Ferrero, diversamente non sarei mai partito. Sarei anche tornato prima se fosse stato questo il problema: l’ho detto al club. Qualcuno invece ha voluto specularci sopra come se fosse una mia bizzarria partire». E anche sul suo impegno nulla da rimproverarsi: «Sono stato forse l’unico allenatore di A a seguire il finale del calciomercato dall’Ata Hotel di Milano. Se la rosa è rimasta così, competitiva com’è dopo il mercato, forse il merito è anche del sottoscritto. Invece ho ricevuto solo accuse».

A proposito di rosa, non manca l’argomento Cassano. A domanda precisa, Zenga lo inquadra così: «Su di lui avevo già parlato con il presidente quest’estate, ma sapete com’è finita: è arrivato lo stesso. Niente di personale su Antonio: è un grandissimo e gliel’ho detto, ma non era in forma quando è arrivato e non lo è ancora oggi. Non sono scuse, ma considerazioni che faremo un giorno con calma quando torneremo a parlare di quest’avventura che comunque mi ha arricchito e mi resterà dentro».

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