2015
Walter Wolkswagen
Tutti contro Walter. Nessuno contrario. Nessuno vuole salire più sulla Wolkswagen di Zenga. Unanimità anche in questa seconda votazione. Passiamo alla terza: basta con l’Uomo Ragno sento dire, leggo e ascolto ancora. Mi sembra di tornare indietro con gli anni: Babbo Natale non esiste e i Supereroi nemmeno. Fine del fumetto per quanto mi riguarda. Ma non per @unavitaperilcinema, per chi lo segue come un ombra dal suo arrivo a Genova. Avanti ancora con Ualter e le sue bretelle blucerchiate.
Ma perchè mandarlo via? Non ancora per la classifica per fortuna. Non è simpatico ai tifosi? Nemmeno a me, ma deve allenare la Sampdoria, non farmi ridere… E allora perché nessuno gli vuole bene sotto la Lanterna? Non so dare una risposta se non la mia, personale.
Da un sergente di ferro (o generale) che ha deciso di prendere casa sotto la Madonnina ad un soldato semplice, un signor sì in ogni occasione. Da una buona squadra arrivata settima ad una migliorata in estate, con maggior qualità in mezzo al campo, più forte davanti. Io rimpiango ancora il suo predecessore, il suo caratteraccio ma dal momento del suo addio avrei accolto a braccia aperte Montella, poi Donadoni, poi poi Sarri. L’ultimo è quasi primo. Aveva ragione ancora una volta Sinisa. Senza dimenticare Paulo Sousa. Troppo educato, gentleman per convivere in casa Samp.
Il presidente voleva un suo uomo, volevo deciderlo lui, fare la sua scommessa e vincerla. Voleva un personaggio, uno un po’ come lui, mediatico, non un maestrino. Magari con una storia (nerazzurra) pazza da raccontare, con la giusta esperienza (al mare), con un passato glorioso anche se non proprio con i nostri colori. Ma soprattutto con uno stipendio per il portafoglio di Ferrero. Un allenatore con poche pretese sul mercato (direi nessuna se non voler Cassano), pronto per lanciare i giovani (questo gli va riconosciuto!), pronto a perdere i big in ogni momento senza mai alzare la voce. Ecco perché è arrivato Zenga.
Ma quali sono le colpe di questo allenatore? Domanda di un tifoso. IO è da quella maledetta notte di fine luglio che vorrei un altro allenatore. Anzi no, dico una bugia. È da quel pomeriggio di Pinzolo, dall’amichevole col Trapani che ho capito che con te sarebbe stata dura andare d’accordo. Una sensazione avuta anche il giorno della tua presentazione a Bogliasco a dire il vero: tra show presidenziali, colpi a sorpresa (la presenza di Garrone) e una pioggia improvvisa (cattivo presagio?). Ma soprattutto non ti perdono l’avermi tolto il sogno di tornare a giocare in Europa dopo tanta fatica. È stato un brutto colpo, un pessimo biglietto da visita, uno di quelli che dovevano segnare la tua stagione.
E invece no. Andiamo avanti, dicono che sei il migliore, forse ci crede anche. In campionato ci riprendiamo ma con Carpi e Bologna è semplice come col primissimo Napoli dove vieni salvato da due fenomeni. Poi perdi con Torino, Atalanta e ora Frosinone. Vinci grazie a Manolas, pareggi con l’Inter, sicuramente una grande e unica partita della stagione. I punti non sono pochi, ma nemmeno troppi. C’è chi sta meglio e in campo non ha il nostro stesso valore.
Peso le parole, i comportamenti e le scuse non verso i tifosi ma per difendere cadute, sconfitte e figuracce. Sempre un alibi, una palla da raccontare proprio come al Matusa. Le assenze. Tante, troppe per credere di poter far bene contro Stellone? Una di quelle sconfitte che forse non meritavi ma che è arrivata senza combattere, reagire. Una di quelle che fanno male e ti fanno pensare ad una stagione strana, un campionato senza una testa e con una coda rossoblù (…Bologna) ma che può ancora cambiare. Classifica corta, in continua evoluzione sicuramente da non sottovalutare. Mai.
E mentre tutti ti urlano contro, vorrebbero la tua testa provo a venire dalla tua parte, ad avere ancora un po’ di pazienza. Ma non lo faccio per te ma per la Samp. Dico che è inutile mandarti via adesso e poi non c’è ancora una giusta ragione per farlo. E vorrei che non ci fosse fino a giugno. Fino a quando Ferrero (non parlatemi di Volpi fino alla firma) deciderà di cambiare cavallo, ne sceglierà uno vincente magari meno sorridente ma che sappia fare meglio il suo mestiere…