Vicini: «Zenga e Mancini, due leader diversi. Samp sempre nel mio cuore» - Samp News 24
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2015

Vicini: «Zenga e Mancini, due leader diversi. Samp sempre nel mio cuore»

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Walter Zenga e Roberto Mancini di fronte. Sono stati avversari, ma anche compagni di nazionale e alla Samp. A parlare di questi due allenatori rampanti ci ha pensato uno che li ha avuti entrambi in squadra, Azeglio Vicini. L’ex ct della nazionale italiana è stato anche un giocatore della Samp e non nasconde la sua preferenza per la gara di domenica: «Tiferò per Walter, la Samp mi è rimasta nel cuore. Ho giocato sette anni con quella maglia».

Molti sono stupiti di assistere allo scontro in panchina Zenga e Mancini, ma non Vicini: «Già da giocatori avevano persaonlità, erano due leader, anche se diversi. Walter era più esuberante, parlava tanto. Roberto, invece, più posato, meno estroverso, ma carismatico. Anche i loro percorsi sono stati molto diversi. Roberto ha allenato subito in grandi club, mentre Zenga ha girato tanto: sono felice di vederlo alla Samp, anche perché quando aveva smesso fui io a suggerirgli di prendere il patentino. Era finito a lavorare in tivù, ma aveva tanto da dare al calcio: ho avuto ragione». I ricordi riguardanti i due sono tanti: «Dall’Under 21 alla nazionale, sono stati punti fermi della mia avventura in azzurro. Roberto lo avevo già avuto nella Juniores: oltre al suo talento, mi ha sempre colpito la sua passione».

Ben diversamente andò a Italia ’90, un Mondiale che sembrava vinto e il sogno invece fu spezzato dall’Argentina, complice un errore di valutazione proprio di Zenga: «L’ho sempre difeso: è giusto che un allenatore faccia così con i suoi uomini. E poi lo meritava: mai colpevolizzare una sola persona. Walter era stato perfetto, non aveva preso gol. Poi abbiamo perso, ma ci sono anche gli errori di chi ha sbagliato i rigori». Mancini, invece, non ha mai avuto molta fortuna in nazionale: «Un allenatore deve seguire le sue idee del momento, provando a fare il bene della squadra. A posteriori mi spiace molto: gliel’ho anche detto».

Per il Doria Vicini ha dei sentimenti molto forti: «Una squadra del cuore con le mie ex Cesena, Vicenza e Brescia. Sono stati sette anni bellissimi (1956-1963) e con grandi campioni, come Ocwirck e Skoglund». Ai microfoni de “Il Secolo XIX”, Vicini fa sapere chi gli piace della Samp attuale: «Mi innamoro sempre meno dei calciatori. Preferivo quando c’erano squadre con sette-otto italiani, senza così tanti stranieri. Mi piace Cassano: ha grandi numeri. Quando è in giornata, ti fa divertire». Un pronostico per domenica: «Gara aperta. L’Inter va forte, ma io tiferò come sempre per la Samp. Vedo tante sorprese in quest’avvio: vincere darebbe una bella spinta verso l’alto».

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