2015
Il commento tecnico: Salvati dal talento
Difficile trovare un esempio più esplicito di Napoli-Sampdoria per descrivere il concetto di inerzia all’interno di una partita. Fino al calcio di rigore di Eder non c’era stata mai partita con i partenopei sontuosi e determinati nello sfruttare le enormi potenzialità tecniche derivanti dai suoi talentuosi calciatori, Insigne e Higuain su tutti. Poi, all’improvviso, l’inerzia della gara è completamente cambiata, con una Samp coraggiosa e lucida e un Napoli completamente smarrito anche nelle zone di campo dove, fino qualche minuto prima, aveva costruito il suo doppio vantaggio. Ma andiamo con ordine.
Il Doria si è presentato alla partita in condizioni tutt’altro che favorevoli, con l’ombra destabilizzante delle cessioni di Eder e Soriano ad accompagnare la sete di rivincita dei padroni di casa, sconfitti malamente alla prima giornata per mano del Sassuolo. A peggiorare le cose si è messo anche Zenga, almeno nella composizione dell’assetto iniziale, con l’inserimento di Palombo nel vertice alto del centrocampo, in una zona dove non dovrebbe nemmeno mettere piede per le sue careatteristiche, in costante pressione su Valdifiori. Si, sto parlando di Valdifiori non di Andrea Pirlo. Mossa tattica abortita quasi subito (indice di idee poco convinte) dopo il gol lampo di Higuain. L’infortunio di Coda (in bocca al lupo di cuore Andrea) e la bravura smisurata degli avanti del Napoli hanno impacchettato per bene i ragazzi di Zenga, che sono sembrati pronti alla spedizione verso Genova senza essere pervenuti. Le difficoltà in occasione dei due gol subiti, da considerarsi assieme alla qualità del gioco senza palla di Higuain e dei suoi numerosi suggeritori tecnici in campo (Insigne, Hamsik, Allan, Valdifiori,ecc…), esplicitate da una linea difensiva alquanto precaria e poco, pochissimo dinamica hanno affossato a tal punto la Samp da scardinare, almeno fino al riposo, qualsiasi velleità di poter ritornare in partita. Se vogliamo l’unico errore del Napoli è stato quello di non portare almeno a tre le reti di vantaggio.
Nel secondo tempo Zenga mi ha letteralmente stupito cambiando tatticamente la squadra in maniera radicale. Non sono servite sostituizioni o stravolgimenti nell’assetto tattico ma bensì uno spostamento dei due attaccanti sulle linee laterali per poter sfruttare la loro velocità e le difficoltà dei partenopei sulle fasce in fase difensiva. Nessun centravanti e centro area (apparentemente vuoto ma invogliante per i difensori centrali napoletani che spesso sono usciti dalle retrovie a portare palla, lasciando spazi molto pericolosi per il contropiede) attaccato costantemente dai tre centrocampisti più avanzati (Soriano, Fernando e Barreto). Il risultato, aiutato sicuramente dal calo psicofisico del Napoli e dalla straripante energia di Eder e Muriel, è stato un cambiamento radicale e spiazzante nei confronti dell’avversario. L’uno-due di Eder è stato tutt’altro che casuale tanto che le occasioni e le situazioni per vincere la partita, dopo il pareggio, sono state sui piedi della Sampdoria. E il Napoli? Sparito, elcissato e, soprattutto, sfiduciato. L’idea di Zenga, originale e rischiosa, non sarebbe stata tale senza il talento enorme di Eder e Muriel, veri mattatori della ripresa a tinte blucerchiate. Verrebbe da dire che senza di loro la qualità è ancora troppo poca e difficilmente si andrebbe lontano dalla valutazione corretta. Una Samp inesistente, impalpabile e confusionaria è semplicemente sparita nella ripresa, trasformandosi in una squadra da contropiede letale e concreta.
Un punto molto importante che non sarebbe stato possibile senza il grande talento di Eder e Muriel. I passi in avanti da fare, soprattutto a livello di assetto tattico, sono ancora tantissimi ma, se non altro, la squadra non ha mollato quando poteva naufragare senza nemmeno rendersene conto. Zenga era partito male, ancora una volta, con la mossa di Palombo avanzato ma ha poi rischiato nella ripresa con il decentramento delle punte, lasciando intravedere qualche segnale positivo. Al San Paolo il Doria è stato salvato dal talento.