Mannini e l’impresa di Novi Sad: «Bisogna segnare subito»

Moreno Mannini è stato soldato, nonché capitano di mille battaglie con la maglia della Sampdoria. Nei campi europei durante gli anni ’90, la sua squadra battagliava sui migliori palcoscenici continentali, dando filo da torcere a tutti gli avversari. Oggi l’ex calciatore blucerchiato ritiene che la Samp, impegnata giovedì per il ritorno di Europa League, possa riuscire nell’impresa di rimontare lo 0-4 subito dal Vojvodina all’andata: «Cosa ci avrebbe detto Boskov in una situazione del genere? Qualcosa di allegro. Lui era duro se le cose andavano bene, ma quando era tutto nero ci tirava su con qualche battuta. Se tutto va male e t’incazzi pure, non ne esci più».

La Sampd’oro ne ha fatte di rimonte europee: «Sfide combattute. A volte perdevamo fuori, ma in casa ribaltavamo tutto. Però non erano k.o. pesanti come quello con il Vojvodina. Magari perdevi 2-1 in trasferta, ma sapevi di partire da un risultato buono, di potertela giocare. Stavolta è diverso: quattro gol sono tanti, gli avversari non sono sprovveduti e sono più avanti fisicamente. Detto questo, ogni sampdoriano spera in un miracolo. Giovedì ho visto solo il primo tempo: loro avevano più gamba, ma la Samp non mi era dispiaciuta. Quando ho visto il risultato sono rimasto di stucco».

Ai microfoni de “Il Secolo XIX”, Mannini indica chi potrebbe essere il salvatore della patria: «Nelle nostre rimonte decidevano spesso Salsano o Lombardo, giocatori di qualità, ma con più libertà rispetto alle punte marcate. I gol possono arrivare da chi parte da dietro, come Soriano. Bisogna segnare subito, smuovere gli equilibri». Su Zenga e le possibilità di esonero se non ribaltasse il parziale dell’andata: «Io non stravolgerei tutto per una partita. L’Europa è importante, ma se hai avuto fiducia in Zenga all’inizio devi crederci ancora. Walter è tosto, sa quello che fa e pure i giocatori risputeranno sangue pure per lui. A Novi Sad sarà un’altra Samp».