2015
Zenga: «Prima l’Europa: gli altri dovranno temerci. Ferrero? Uomo vero»
Walter Zenga è pronto per ricominciare: dopo l’addio alla Genova blucerchiata nell’estate del 1996, un ventennio più tardi lo ritroviamo sulla panchina della Samp. A cinque anni e mezzo dall’addio al Palermo, la sua voglia di Serie A ha prevalso e ha trovato un accordo con il club di Corte Lambruschini. Sarà lui a guidare il Doria nel ritorno in Europa. I contatti con Ferrero sono iniziati da molto lontano: «A novembre a Tiki Taka in televisione. Ero in studio, lui è arrivato a trasmissione iniziata, poi siamo stati insieme a cena e ci siamo conosciuti in tempi non sospetti, quando la Sampdoria non cercava un mister». Facile descrivere Ferrero: «Un uomo vero. Dice quello che pensa e fa quel che dice. A me piacciono le persone dirette, perché lo sono anch’io».
TRATTATIVE E PARAGONI – La trattativa è durata diversi giorni e Zenga racconta le sensazioni ai microfoni de “Il Secolo XIX”: «Guardando il telefono, ma restando tranquillo. Da dicembre mi ero preso una pausa: l’estate scorso ero stato vicinissimo ad allenare la nazionale serba, poi avevo deciso di fermarmi e stare un po’ con i figli, guardandomi attorno. È venuta quest’opportunità della Sampdoria, che ho subito sentito come un ritorno a casa». Fare meglio di Mihajlovic non sarà facile: «Io seguo le mie visioni: se vuoi fortemente una cosa, poi si realizza. Penso che se uno cominciare a pensare alle difficoltà, allora sarà veramente difficile. Ora andiamo in ritiro, poi penseremo all’Europa League, poi al campionato e alla Coppa Italia. Un passo alla volta e l’agitazione non esiste».
PREPARAZIONE – Solo un mese per preparare l’Europa: «Fosse stato per me avrei iniziato la preparazione il 25 giugno, ma chiedere le deroghe in Italia è quasi impossibile. Ci prepareremo al meglio: Ponte di Legno e Pinzolo hanno strutture magnifiche, ma fossi arrivato prima avrei optato per l’Austria per un semplice motivo: lì si trovano squadre dell’est europeo, che fanno altri ritiri e contro cui si organizzazione test più veri». Il tifoso teme che la benzina blucerchiata finisca prima di quella degli altri: «Il tifoso deve fare il tifoso. Io sono un professionista che fa l’allenatore da anni e chi fa il preparatore atletico ha l’esperienza necessaria per fare una preparazione del genere. Come preparatore ho scelto Alberto Bartali, che ha lavorato già con me a Catania: se l’ho scelto, c’è un motivo. Fidatevi».
ETO’O E MERCATO – Eto’o è volato in Turchia: «Avere uno come lui può far crescere i giovani e in campo spaventa le difese anche senza palla. Ha fatto altre scelte. Io comunque sono del parere che se uno vuole stare alla Samp e sente il senso d’appartenenza, è il benvenuto. Altrimenti bye bye…». Sul mercato non c’è da lamentarsi: «Finora abbiamo fatto operazioni intelligenti. La Samp ha preso Moisander, che l’avessimo comprato oggi direste tutti “grande acquisto”; invece sembra già vecchio. Idem per Barreto. E lo stesso per un attaccante di grande prospettiva come Bonazzoli. Potrebbe anche arrivare Fernando…».
CASSANO E MODULO – Su Cassano, invece, Zenga non si sbilancia: «Lui fa parte di un passato fantastico della Samp: è un giocatore di grandissimo talento, ma noi abbiamo in attacco Éder, Muriel, Bonazzoli, Correa e Okaka. Bisogna valutare se un giocatore fermo da sei mesi come lui è utile per una stagione che inizia così presto». Il modulo è già in testa: «Non mi focalizzerei troppo sui numeri, ma sugli uomini. A me piace moltissimo Correa, che nei primi sei messi ha fatto il tagliando ed è sprecato per il 4-3-3. L’allenatore deve dare i prinicipi di gioco, poi adegui l’abito modificando il vestito. Oggi il 4-3-3 è improponibile con la rosa con cui partiamo in ritiro. Éder rientra dall’infortunio e non può esser già pronto. Meglio cucire un abito diverso».
MURIEL E SINERGIE – Muriel torna dalla Copa América un po’ abbattuto, ma Zenga conta su di lui: «Giocatore con qualità fantastiche: pensiamo al gol che ha fatto a Napoli. Per me può essere una prima punta classica, un 9 con caratteristiche diverse da Pazzini, ma può fare la prima punta». Zenga si è già integrato con i quadri dirigenziali: «La sintonia che c’è tra me, Ferrero, Osti, Romei e Pecini è incredibile: è come se lavorassimo insieme da tanto tempo. Non sono aziendalista, lo dico perché lo sento». L’allenatore ha voglia di far bene con la Samp: «Ho detto subito che la Samp è un punto d’arrivo, non di passaggio. Se ho firmato per un anno, è perché non voglio esser di peso per nessuno. Se le cose non vanno bene, il contratto verrà rinnovato, altrimenti mi farò da parte».
CAGNI E OBIETTIVI – Il suo vice sarà Gigi Cagni: «Una scelta mia: ho voluto una persona forte al mio fianco che abbia il coraggio di mettersi in gioco come ho fatto io. Non saremo due galli nel pollaio: deciderò io e mi prenderò la responsabilità di tutto, lui si occuperà della fase difensiva e metterà la sua esperienza al servizio della squadra». Sugli obiettivi stagionali, Zenga è chiaro: «Prima l’Europa League, poi fare i 40 punti più velocemente possibile per salvarsi e vedere dove potremo arrivare. E poi c’è la Coppa Italia. Questa è una visione normale, logica: partiamo già dalla parte sinistra della classifica e dobbiamo rimanerci. L’Europa non sarà un ripiego. Con una rosa di 24 giocatori, bisognerà fare delle scelte. E basta ipocrisia: per me non esiste una squadra-B».
TIFOSI E AVVERSARI – I tifosi sono stati accoglienti nei suoi confronti: «I sampdoriani mi hanno accolto come uno di famiglia quale mi sento. Qualche genoano, con simpatia, mi dice di non andare a bere il caffè nel suo bar quando c’è il derby. Oggi ho visto lo striscione dei tifosi doriani per la licenza Uefa: sfottò così ci stanno, l’ironia è il sale del calcio». Nel sorteggio dei preliminari di Europa League, Zenga tema qualche squadra: «Quelle più distanti, tipo l’Islanda che è a cinque ore di aereo. E i paesi dell’Est, dove i campionati iniziano molto prima. Ma paura è un concetto sbagliato: non ne avremo di nessuno. Semmai saranno gli altri ad aver paura di noi».