2015
Il pagellone di SN24 – Joaquín Correa
Qualcuno si innamorò nella tribuna stampa del Castellani. E come avrebbe potuto essere altrimenti? Quel ragazzo con il numero 8 sulle spalle, buttato nella mischia in una partita oggettivamente inguardabile, ha reso gli ultimi 20 minuti del match tra Empoli e Sampdoria migliori più di quanto ci si sarebbe mai aspettati. Quel ragazzo con il numero 8 sulle spalle, Joaquín Correa, nelle poche occasioni in cui è sceso in campo ha dato dimostrazione di avere mezzi tecnici non comuni, tra un tocco palla vellutato e quell’estro tipico dei calciatori sudamericani, quando sono ancora nello stato di diamante grezzo.
Solo sei le presenze per El Tucu nel primo girone di ritorno italiano. Un inserimento graduale, forse troppo, che è servito al trequartista per prendere le misure con un calcio diverso: meno elastici e più concretezza sotto porta, più partecipazione nella fase di non possesso e meno rallentamenti di gioco. Con il pallone tra i piedi Correa ha dimostrato di saperci fare e molto, salvo forse il vizietto di cercare troppo spesso il numero fine a se stesso. Ma è comprensibile, dopo tutto chiunque al suo posto avrebbe cercato la giocata funambolica per mettersi in mostra una volta sceso in campo. Quando però si è trattato di seguire l’azione e la manovra senza il pallone, Joaquín più volte si è mostrato avulso dal gioco, spesso un po’ troppo defilato, quasi come se senza il pallone tra i piedi non sapesse proprio cosa fare. Ma anche questa possiamo perdonargliela, tra inesperienza, età e feeling con i compagni tutto da costruire.
Dovendo dare un voto, facendo una semplice media aritmetica delle prestazioni, il risultato finale sarebbe un 6+. Ma dal momento che di volta in volta scendendo in campo il ragazzo ha acquisito maggiore sicurezza e compiuto oggettivi passi avanti, come i migliori professori ci sentiamo di premiarlo con un 6,5. Ora starà a Correa dimostrare di essere meritevole di fiducia, dimostrare di valere quegli otto milioni di euro di investimento, cifra raramente spesa dalla Sampdoria e che non tutti i club possono permettersi per un calciatore ancora da formare. Il futuro, come si dice in questi casi, è tutto dalla sua.