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2015

Il pagellone di SN24 – Luka Djordjevic

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Éder, Gabbiadini, Okaka, Bergessio, Fedato, Sansone, Muriel, Eto’o. Questi sono gli attaccanti che hanno vestito la maglia della Sampdoria durante il 2014-15. Il destino di alcuni di loro è già lontano da Genova, altri ci devono pensare. Alcuni invece rimarranno per migliorarsi ancora nella prossima annata. E c’è chi deve ancora arrivare (Bonazzoli). Tra di loro, manca solo un nome: quello di Luka Djordjevic. Acquistato nell’indifferenza generale, il montenegrino ha giocato poco con la Samp, ma ha lasciato intravedere qualche sprazzo di talento.

Classe ’94, Djordjevic proviene dallo Zenit San Pietroburgo, club proprietario del suo cartellino. I russi lo avevano notato nel Mogren, squadra del campionato montenegrino dove l’attaccante è cresciuto e spadroneggiava ancora minorenne. Ad avallare l’acquisto ci ha pensato Luciano Spalletti, ex tecnico blucerchiato e all’epoca allenatore del club. Dopo 10 presenze nella prima stagione, viene prestato in Olanda. Tuttavia, la sua esperienza al Twente si è rivelata una delusione: 15 presenze, nessuna rete.

La Samp lo acquista sul finire del calciomercato: prestito con diritto di riscatto. Giunge nel silenzio generale e si aggrega alla Primavera, sebbene disputi gli allenamenti con la prima squadra. Osti l’aveva già ribadito a inizio campionato: «Deve crescere sotto il piano del fisico e della personalità in campo. In lui, però, vedo qualcosa di interessante per il futuro». Tuttavia, in Primavera è troppo dominante: segna sei gol solo a cavallo tra ottobre e novembre. Così Mihajlovic lo lancia in Coppa Italia contro il Brescia, dove il montenegrino entra al posto di Manolo Gabbiadini. Un passaggio di consegne ideale, visto che i due si assomigliano per movenze e ruolo in campo.

Col passare dei mesi, nonostante l’arrivo di altri attaccante, Djordjevic ha visto sempre più campo. A fine stagione le presenze in A sono state quattro, di cui tre in A. Il tecnico l’ha addirittura scelto come titolare nella trasferta di Empoli, dove però l’attaccante è stato mal assistito e alla fine ha lasciato spazio al più esperto Eto’o. Va bene così per il montenegrino, che ha fissato i suoi obiettivi ad aprile: «Per me questa è una stagione importante, sento di essere cresciuto sia tecnicamente sia caratterialmente. Sono in prestito dallo Zenit e le due società dovranno ancora parlarsi, ma fosse per me resterei qui». Un’idea che forse ronza nella testa dei dirigenti blucerchiati, anche perché Djordjevic ha giocato solo 91′ in questa stagione.

Troppo pochi per giudicarlo, figuriamoci per bocciarlo. Basti pensare che Djordjevic è il secondo giocatore con meno minuti giocati tra quelli che hanno militato per tutto l’anno alla Samp (il primo è Marchionni). Onestamente è difficile anche dargli un voto, vista l’esiguità di minuti accumulati in campo. Tuttavia, io intravedo qualcosa in lui, perciò gli voglio dare un 6 d’incoraggiamento. Certo, so cosa mi dirà qualcuno: parliamo di un ragazzo che – tolta la parentesi in patria – non ha ancora segnato un gol da professionista in tre stagioni tra Russia, Olanda e Italia. Me ne rendo conto, ma ha vent’anni. Non si può giudicare per finito un ragazzo così giovane. Spero che la Samp ne prende atto e gli dia un’altra chance.

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