2013
Flachi: «Bazzani? Solo Vialli e Mancini meglio di noi»
Di seguito, la seconda parte dell’intervista concessa da Francesco Flachi a Il Pubblicista, di cui vi avevamo già riportato un estratto:
Parliamo di te e della tua lunga esperienza in blucerchiato, a Genova hai trascorso tanti anni della tua carriera, che ricordo hai di quel periodo?
“Sono stati otto anni uno più bello dell’altro e non potrò mai dimenticarmi del tempo trascorso li, ho dato tutto alla Sampdoria in quegli anni sia come persona che come giocatore, pensando come i miei compagni prima di tutto al bene della squadra. In molti si ricordano della nostra Samp che insieme a quella degli anni novanta è stata una delle più belle. Io sono tifoso della fiorentina, ma calcisticamente per me Genova e la Sampdoria sono state le cose più importanti”.
In duecentocinquanta presenze in blucerchiato hai regalato tante emozioni e tanti gol ai tifosi della Sampdoria, molti di quei momenti li hai vissuti con a fianco un giocatore col quale hai formato una delle coppie più belle della Samp. Ora puoi svelarcelo, qual’era il vostro segreto?
“Con Bazzani abbiamo formato una grande coppia, penso che per quello che siamo stati e che abbiamo dato per la Sampdoria dopo Vialli e Mancini ci siamo noi due. Il nostro segreto? Non eravamo invidiosi l’uno dell’altro e giocavamo l’uno per l’altro, poi per tutti noi Dado, in squadra Fabio lo si chiamava così, era davvero importante e un vero trascinatore, nei momenti di difficoltà seguivamo tutti lui. Dopo di noi sono arrivati sicuramente altri grandi giocatori, ma il nostro contesto credo sia stato diverso, avevamo tutti un solo obiettivo ed era fare bene per la Sampdoria, in quella squadra nessuno pensava a se stesso, la nostra forza era il gruppo, poi è normale che ci fosse anche il singolo che con una giocata risolveva la partita, del resto il dieci non lo si porta per caso (ride, ndr). Sono arrivati risultati eccezionali in quegli anni, come l’anno che mancammo la Champions per un punto in una stagione dove c’erano tante squadre una più forte dell’altra“.
Chi non si è mai dimenticato delle tue giocate è il popolo blucerchiato che continua a ricordarti come se non te ne fossi mai andato, che rapporto hai con loro?
“I tifosi della Sampdoria sono una cosa unica, per me non ci sono altre tifoserie come quella blucerchiata in Italia e lo posso dire sinceramente perché in carriera ho visto tanti stadi e nel loro modo di sostenenti, di cantare e anche di contestare per me sono diversi da tutti gli altri, basti pensare alle ventimila presenze al Ferraris in Serie B. Credo che sia così anche per tanti altri giocatori passati da Genova, le sensazioni che ti trasmettono quella maglia e quell’ambiente sono diverse. Io poi con i tifosi della Samp continuo ad avere un rapporto speciale che non finirà mai, a distanza di cinque anni dal mio addio al Doria continuano a manifestarmi il loro affetto e la loro riconoscenza, anche se quello grato a loro sono io per quello che continuano a trasmettermi ancora oggi e perché forse se non ci fossero stati loro a sostenermi in quel modo io non sarei riuscito a fare così bene in campo. Io come dicono loro mi sento uno di loro, per questo quando vengo a vedere la Samp a Genova vado in gradinata e poi io non ho mai portato giacca e cravatta, a parte i ritiri“.
Prima hai accennato alla volontà di diventare allenatore, tu in carriera ne hai incontrati molti, ce n’è uno che ricordi con particolare piacere?
“Sicuramente ho un ricordo speciale di Novellino, aspetto calcistico a parte è stata una delle poche persone a starmi davvero vicino nel momento per me più difficile, dopo quello che mi era successo. Ricordo con piacere anche mister Fascetti, una grande persona sempre pronta a difendere il gruppo, poi stravedeva per me ed io ho ancora oggi il rammarico di non aver ripagato a pieno la sua fiducia ai tempi in cui andai a Bari, era per me la prima volta lontano da casa e non fu facile, e di aver segnato un gol nella partita Sampdoria-Vicenza, vinta da noi per 2-1, dopo la quale venne esonerato”.
Da calciatore a imprenditore, sei tornato a Firenze e ti sei dato alla ristorazione, come ti è venuta l’idea di questa nuova vita lavorativa?
“Mi è sempre piaciuto stare in mezzo alla gente e fare gruppo, così ho avuto l’idea di aprire due locali, in programma c’è anche l’apertura di un ristorante per il quale ho già scelto il nome, ristorante da dieci, quel numero mi accompagnerà per tutta la vita. Mi piacerebbe aprire un locale anche a Genova ma il problema sarebbe seguirlo, qui a Firenze sono tutti a conduzione familiare, al Panino di categoria ci sono i miei genitori, nell’altro locale passo io direttamente“.
Molti tifosi a Genova aspettano di rivederti in campo per il Flachi Day, la macchina organizzativa sembrava essere partita e poi qualcosa si è bloccato, hai qualche novità in merito?
“Il Flachi day era già previsto poi qualcosa si è inceppato, ma la macchina ha ripreso a marciare e spero che da Genova mi possano dare una mano. Era già programmato che tutto il ricavato sarebbe andato agli alluvionati di Genova e all’associazione Borgonovo. Spero si possa sbloccare al più presto la questione relativa alla disponibilità del “Ferraris” che credo sia il problema più grande dal punto di vista delle tempistiche. Sono certo che la Sampdoria mi darà una mano, e spero mi aiuti Genova tutta anche a livello di istituzioni. È un contributo che voglio dare a Genova visto che il ricavato andrà proprio ai genovesi colpiti dall’alluvione e in parte all’associazione Borgonovo. Spero che mi offrano quanto prima questa opportunità… Salutare per un’ultima volta i miei tifosi dal campo“.