La Domenica con Lei – Col Cesena sono quattro punti persi

Contro il Cesena la Samp riesce sfortunatamente a replicare la gara d’andata, dominando per lunghi tratti della partita e mancando una serie clamorosa di palle gol. Risultato: il secondo pareggio stagionale contro una squadra che probabilmente scenderà in Serie B e una forte dose di rammarico se si pensa alle occasioni mancate sia nella gara d’andata, finita 1-1, sia in quella di ritorno. Insomma, in poche parole, quattro punti persi pesantissimi nella lotta per l’Europa League. La classifica sorride ancora al Doria ma è difficile non pensare a quanto peso avrebbero avuto questi quattro punti, mancati nei dettagli, nelle sfumature e nei centimetri.

Il Doria ha giocato complessivamente una buona partita, meritando sicuramente la vittoria ma mancando in maniera troppo evidente negli ultimi venti metri. Il paradosso, che poi tale non è, di uno zero a zero nonostante la presenza di quattro attaccanti nella formazione titolare è servito. Come ben sappiamo non esiste alcuna matematica correlazione tra il numero di occasioni create/segnate e quello dei giocatori offensivi presenti contemporaneamente sul terreno di gioco. La Samp ha comunque avuto quasi sempre il pallino del gioco, talvolta condito dalla troppa foga nel voler sbloccare il risultato quanto prima, e si è trovata spesso nella condizione di poter entrare nell’area di rigore avversaria. La differenza l’hanno fatta, come sempre, i dettagli. A volte basta un episodio a cambiare completamente il corso di una partita e in questa semplicemente non c’è stato. Se poi vogliamo entrare nei particolari c’è sicuramente da sottolineare una prestazione complessiva sottotono degli avanti blucerchiati, volenterosi senza dubbio ma spesso mancanti nei momenti decisivi delle situazioni offensive. Il solo Eto’o, nonostante l’eccessivo arretramento del suo raggio d’azione, ha sviluppato azioni con qualità in maniera continuativa. Sia Eder che Muriel, gli attaccanti esterni, hanno latitato non poco nel farsi trovare smarcati, non solo per la forte densità difensiva degli uomini di Di Carlo (spesso costruita su raddoppi e chiusura rapida degli spazi e della profondità) ma anche per una evidente difficoltà nel giocare negli spazi stretti. Per quanto riguarda invece Okaka l’analisi è quantomeno particolare visto che il suo raggio d’azione si è dimostrato, per l’ennesima volta, tanto più efficace quanto più lontano dalla porta avversaria, caratteristica sicuramente molto utile in partite diverse da questa. Il centrocampo ha fatto cose molto importanti, sia Obiang che, soprattutto, Palombo alla sua seconda grande prestazione consecutiva dopo quella stoica di Milano. Sostenere quattro giocatori offensivi non è semplice e il merito dei pochi rischi presi dalla Samp è soprattutto loro: pressione sui portatori di palla, corsa in aiuto degli esterni e rapidità nelle scelte. Il Doria ha semplicemente steccato là dove si fa, purtroppo, quasi sempre la differenza, cioè in prossimità della porta avversaria. Sarà forse semplicistico leggere una partita solo basandosi sulle occasioni mancate ma appare, forse, l’unico elemento fortemente caratterizzante sia in questa partita che in quella dell’andata. La squadra ha dimostrato di esserci sia con la testa che con il cuore e proprio per questo brucia molto lasciare sul campo questi punti pesantissimi. La lotta per l’Europa si deciderà, come è sempre stato, sui dettagli e lì la Samp deve migliorare sicuramente.

Due partite, fra andata e ritorno, quasi specchio l’una dell’altra: quattro punti persi nonostante due prestazioni non banali. La Samp non passa l’esame di maturità e si consola di non essere l’unica ad averlo fatto. Mancano sempre meno partite e occorrono ancora alcune vittorie per poter sperare di agganciare quel treno che si chiama Europa League: meglio farsi trovare alla stazione al momento giusto.