Di Carlo e la Samp: «A volte le stagioni non vanno per il verso giusto. Il Cesena...» - Samp News 24
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2015

Di Carlo e la Samp: «A volte le stagioni non vanno per il verso giusto. Il Cesena…»

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Otto mesi di grande esaltazione e sofferenze atroci: l’avventura di Mimmo Di Carlo alla Sampdoria non è stata delle migliori. Annunciato in pompa magna nel maggio 2010 come il successore di Gigi Delneri (destinato alla Juve con Beppe Marotta), il neo-tecnico della Samp provò a sfidare lo scetticisimo di molti, che non lo ritenevano adatto per portare la Samp in Champions League. Al di là dei preliminari con il Werder, la stagione proseguì con la Samp ancora in zona europea a dicembre. Poi gli sconvolgimenti di mercato (gli addii di Pazzini e Cassano) e una pessima forma portarono al suo esonero in marzo.

QUEL 24 AGOSTO 2010… – Guarda caso, la sua cacciata arrivò proprio dopo un Samp-Cesena. Oggi si ritrova dall’altra parte della barricata, però nel suo ritorno a Genova il pensiero corre a un’azione: «…ho capito. Un po’ di volte… palla nostra, il tre contro due in fascia, il “no look” di Mannini a Stankevicius… Mertesacker per caso rimasto a centrocampo che spizza la palla di testa, Ziegler che scivola… ma và, dai, lasciamo stare. Lasciamo stare». Si parla di quel gol di Rosenborg nel ritorno dei preliminari di Genova. Con la Samp 3-0 e qualificata, quella rete portò la gara ai supplementari. E sappiamo tutti com’è finita: «E come si cambia la storia di un allenatore. Anche la storia della Samp è cambiata. Ma già era mezza cambiata l’estate del mio arrivo».

LA GARA – Oggi il Cesena sfida la Samp alla caccia di una salvezza che pare impossibile: «Cercheremo di giocare come sappiamo e poi accetteremo il verdetto del campo. Per fare risultato dovremo esser perfetti per 95 minuti, evitando quelle che parette che ogni tanto ci colgono. Per il resto, parliamo di due squadre che hanno obiettivi diversi – ammette Di Carlo in alcuni passaggi della sua intervista a “Il Secolo XIX” -. La Samp è in un periodo bello, tanto grazie a Mihajlovic che ha cambiato la mentalità del gruppo e trovato un modo produttivo di giocare. E poi c’è un Cesena che arriva da una sconfitta di risultato, perché il livello di prestazione con il Chievo non è mancato. Siamo cresciuti molto, abbiamo costruito attraverso il gioco lo spirito per salvarci: abbiamo ancora otto partite per riuscirci».

EPISODI E LIVORNO – Anche gli arbitri non hanno aiutato, con almeno tre rigori non concessi: «Fa parte del gioco, anche se effettivamente alcuni episodi ci hanno girato contro. Ma non voglio dare l’impressione di quello che piange, dobbiamo continuare a lavorare e a lottare». Già l’anno scorso ritornò al Ferraris con il Livorno. Il primo tempo si concluse con uno strano 2-0: «E nel secondo abbiamo fatto un bel casino: alla fine 4-2 per la Samp. Ci siamo fatti due autoreti, c’era un rigore netto per noi sul 2-1… un grande peso l’aveva avuto l’ambiente. La promozione in A l’ha ricompattato: ha ricreato quel feeling speciale tifosi-squadra che caratterizza la Sampdoria».

RICORDI – Il ritorno a Genova scatena emozioni speciali: «Sì. Mando un affettuoso saluto a tutti. A volte le stagioni per tanti motivi non vanno per il verso giusto, ma il calcio è una cosa. I valori umani non dipendono dal risultato. La cosa più importante è che io abbia capito i tifosi e loro me, per tutto quello che ho cercato di dare alla Samp in quel momento che abbiamo condiviso. Mi ha fatto piacere esser invitato da Edoardo Garrone la sera dell’amichevole con il Marsiglia. Conosco Osti, è un grande professionista. E la Samp degli ultimi anni è tornata a competere con il lavoro e programmazione. Allenare il Cesena per me è un piacere e un onore: è una realtà diversa dalla Samp, ma è vicina per cultura del lavoro e motivazioni. Che sabato sia una bella partita. Noi ce la metteremo tutta, garantito».

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