2015
A distanza di sicurezza
Chiariamo subito: l’1-1 col Milan, a mio avviso, porta con sé più amarezza che soddisfazione. Non per la prova, gagliarda e di carattere oltre che di qualità, specie nella ripresa; piuttosto per il bottino che alla fine i blucerchiati portano via da San Siro. Un punto importante, sì, ma giunto al termine di un match che gli uomini di Mihajlovic sembravano avere in mano dopo la magia di Eto’o (l’assist per Soriano rispolvera giocate di cassaniana memoria) e di fronte a un Milan confusionario e premiato dall’infortunio di Duncan. Da lì, poi, giusto tenersi stretto il pari.
Alla fine la “X” rappresenta, nell’analisi complessiva dei 90 minuti, un gran bel passo in avanti. Quella mattonella utile a mantenere una buona distanza di sicurezza dalle concorrenti nella corsa europea. Andando a ritroso in classifica: raggiunta la Fiorentina, +6 sul Torino e +7 mantenuto sul Milan. Otto gare alla fine che sanno di otto finali, col prossimo turno casalingo di fronte al Cesena da sfruttare appieno prima del faccia a faccia contro il Napoli al San Paolo.
Buona Samp in quel di Milano. Pimpante al punto giusto, un filo bloccata in avvio e poi riassettata in corsa da Mihajlovic. Superiore ai rossoneri, nell’arco del match così come della stagione, idem gettando lo sguardo sul doppio confronto tra andata e ritorno. In credito infatti ci sono i blucerchiati, per questo l’amaro in bocca è difficile toglierselo fino in fondo. La nota positiva per eccellenza è rappresentata da un Eto’o sontuoso: la perla per Soriano vale il prezzo del biglietto, al pari della saggezza ad elevatissimo tasso qualitativo con cui il camerunese gestisce ogni palla gli graviti tra i piedi. Intorno a lui un gruppo solido, unito e ben caricato dal tecnico. Insomma la squadra non ha toppato nella tana del Diavolo, dentro una sfida ricca di insidie e affrontata a testa alta, di nuovo da grande compagine. Peccato per quel pari così ingiusto in una fase di piena gestione del match, bene però per l’arcobaleno di Suso sbattuto sul palo. Troppo, decisamente troppo, sarebbe stato, ma alla fine il calcio è scienza talmente inesatta da non permettere mai di abbassare la guardia.
Attenzione, costanza, determinazione e la cattiveria giusta per chiuderle prima: qualità che serviranno come il pane da qui alla fine, sperando che Muriel torni a graffiare (un pò dormiglione a Firenze e a Milano) e che il mese di aprile cominci ad addolcirsi. Eh già, perché proprio aprile potrebbe essere il mese decisivo, con Cesena, Verona e Juve al Ferraris (si sconfina leggermente a maggio, coi bianconeri) e Napoli in trasferta. Ma ora con calma, passo dopo passo: Sampdoria-Cesena è la prima di otto finali.