2013
Non è più agosto, ma la Samp è bella lo stesso
Era il 26 agosto, era estate. Faceva caldo, la gente girava ancora in pantaloncini ma soprattutto la Sampdoria espugnava San Siro e Andrea Costa correva sorridente sotto il settore ospiti festeggiando il goal dello 0-1. Altri tempi, diremmo.
Di quel Milan e di quella Sampdoria è rimasto ben poco, e la prova definitiva l’abbiamo avuta con la partita appena vissuta: il match compassato e lento di fine estate c’entra effettivamente poco con la grande intensità e il buonissimo spettacolo inscenato stasera dalle due compagini. Il Milan è migliorato tanto e di quella squadra vista ad agosto che sembrava molto più accreditata della Sampdoria alla retrocessione, son rimasti uguali solo i colori sociali. La Sampdoria ha vissuto invece periodi molto difformi e dopo l’altalena con Ferrara (le tante vittorie e le tante sconfitte, poi la gioia del derby: insomma, niente mezze misure) ha trovato la quiete e una certa stabilità con Delio Rossi.
Oggi, i blucerchiati giocavano per dare un seguito all’inaspettato trionfo dello Juventus Stadium e per prendere una boccata d’ossigeno in una classifica che comunque non era (e non è) così tranquilla. E infatti gli uomini di Delio Rossi mettono, in 90′, tutto ciò che è sembrato mancare alla squadra che era di Ferrara: solidità, fluidità e grande varietà offensiva. Soprattutto, il rendimento di ognuno degli 11 schierati dal tecnico di Rimini è stato ottimizzato dalla scelta di un sistema di gioco capace di far coesistere tutte le fonìe tecnico-tattiche dell’organico blucerchiato: lo stesso Poli, schierato apparentemente da esterno sinistro, si accentrava e giocava nel modo in cui è abituato e cioè da centrocampista polivalente. Addirittura, l’ex Inter ha impreziosito la sua buonissima performance con un tiro in porta finalmente degno di questo nome e del suo inventario tecnico che manca proprio di questa qualità. Non è l’unica nota positiva di una serata scevra di goal, ma non di emozioni nè di soddisfazioni per i tifosi blucerchiati: la posizione più arretrata ha agevolato Estigarribia che ha potuto sfruttare con maggior efficacia la sua velocità nel lungo, sfoderando spesso e con buoni risultati il suo temibile sinistro. Il volto della rivoluzione di Delio Rossi è però quello bonario di Lorenzo De Silvestri, che oggi ha finalmente mostrato ciò che in grado di fare smentendo chi l’aveva giudicato troppo in fretta e senza molto materiale a disposizione (pochissimi i minuti giocati dall’ex Lazio).
Insomma, la partita della Sampdoria è parsa davvero convincente. Anche alla luce di una prestazione, quella del Milan, non trascurabile e anzi degna di una squadra che può ancora dire la sua in chiave europea. Si poteva vincere, anche perché il pallone di Eder ha messo Icardi a tu per tu con Abbiati ma il talento di Rosario si è, purtroppo, lasciato ipnotizzare. Si poteva anche perdere, e il miracolo di Romero su Boateng ha evitato una sconfitta che sarebbe stata, obiettivamente, immeritata. Insomma, lo 0-0 promuove l’organico di Rossi e testimonia che la vittoria di domenica scorsa non è stata così casuale. Anzi: i blucerchiati giocano con una sempre maggiore tranquillità e fiducia nei propri mezzi, coadiuvati da un mister che conosce bene le misure tattiche e psicologiche per estrapolare il meglio da loro. Degli encomi e delle promesse, ci si fida però relativamente, specie se solo due anni fa i doriani vivevano sulla propria pelle un’inaspettata quanto bruciante retrocessione. In realtà nemmeno quest’anno c’è da stare molto tranquilli: il margine di tranquillità è pari a 4 miseri punti, quelli che ci dividono dagli odiati, e terz’ultimi, cugini genoani. Se è vero che vincere la prossima partita sarebbe importantissimo per la Sampdoria, è altrettanto vero che sarà difficile avere la meglio su una squadra, il Siena, che scenderà in campo col coltello tra i denti. E la Samp lo sa fin troppo bene: l’anno scorso si trovava nella stessa situazione, e fu proprio Beppe Iachini a saperla gesire ed interpretare al meglio.