Eto'o e la fisica, il prof. Ferrando: «Prodigio di intelligenza calcistica» - Samp News 24
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2015

Eto’o e la fisica, il prof. Ferrando: «Prodigio di intelligenza calcistica»

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Samuel Eto’o sembra tornato in forma. Dopo un inizio difficile e le incomprensioni con Mihajlovic, ora il camerunense è fondamentale per i destini della Sampdoria. Giocherà pure a 60 metri dalla porta, ma in una Serie A indebolita rispetto a quando la lasciò la prima volta (giugno 2011) un Eto’o con quattro anni in più sulle spalle fa comunque la differenza. E chissà che all’Everton non si stiano pentendo della mossa.

Una perfezione – quella di Eto’o – che chiama in causa la fisica. E allora “Il Secolo XIX” ha sentito a proposito del camerunense il prof. Ferrando, docente del Dipartimento di Fisica dell’Università di Genova e tifoso blucerchiato: «Lo sono da sempre». Ferrando dice subito la sua sul fisico di Samuel Eto’o: «Che dire, anzitutto farei una considerazione anagrafica: quando c’è il talento, l’età conta meno. A 34 anni si vede che dosa le forze, ma quando scatta è ancora in grado di lasciare gli avversari sul posto. E scatta anche di testa, intuendo prima degli altri la cosa migliore da fare. E poi non sbaglia un passaggio, un dribbling, un lancio: è arte».

Qualche legge della fisica potrebbe spiegare meglio il perché: «Un fatto di velocità, oltre che di traiettorie. Conta il modo in cui colpisce il pallone, la forza e il gioco delle pressioni nelle traiettorie aeree». Ferrando si spiega meglio: «C’è da dire che le traiettorie spettacolari le fa anche lui con il corpo, oltre a farle con il pallone. Guardato contro la Roma nel primo gol come si è infilato tra due difensori sgusciando in area. Per quel che riguarda la precisione nei passaggi, è questione di perfetta coordinazione tra mente e corpo, quindi di intelligenza calcistica. Per quello che riguarda i tiri, potrebbe sfruttare un effetto fisico, l’effetto Magnus, che prende il nome dal fisico tedesco che lo studiò nell’Ottocento».

L’effetto Magnus viene esplicitato sulla dinamica di calcio dell’attaccante blucerchiato: «Calcia il pallone imponendogli una rotazione che causa una determinata traiettoria. Nel gol spettacolare contro il Cagliari, non mi pare gli abbia dato l’effetto, è stata una prodezza di potenza e coordinazione. L’effetto Magnus viene spesso usato dai lanciatori del baseball o dai tennisti nel top spin o nello slice, ma può riguardare anche il calcio». Chisura finale sulle possibilità Champions e su Ferrero: «Possiamo attenerci ai numeri: siamo a -5 dalla seconda, l’obiettivo è alla portata. Ferrero? Rispetto ai predecessori è molto più uomo di spettacolo: questo ha fatto sì che la Samp sia al centro di tutto. Non succedeva dall’anno dello scudetto».

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