2015
GdS – Per la Sampdoria più costi che ricavi
Il caso Parma fa riflettere e soprattutto chiedere: quello degli emiliani è un caso isolato oppure anche le altre squadre sono in cattive acque? La Gazzetta dello Sport ha effettuato un’inchiesta sulle squadre di serie A, con dati relativi naturalmente alla passata stagione, 2013/2014, trovando spunti interessanti su cui discutere.
In generale, il problema principale rimane quello del livello dei costi che, escludendo le plusvalenze, troppo spesso utilizzate come giochino contabile, rimane insostenibile. In ogni caso, tutto ciò non vuol dire che le altre 19 squadre siano sull’orlo del fallimento, ma è interessante vedere come sia veramente esiguo il patrimonio netto delle società italiane e come i proprietari stanno ripianando sempre meno con propri fondi i debiti delle proprie squadre, troppo legate ai ricavi derivanti dalle tv e poco da stadio e merchandising.
Ma guardiamo ai dati relativi alla Sampdoria. La società blucerchiata, che all’epoca di questi dati era totalmente di proprietà della famiglia Garrone, al 31 dicembre 2013 aveva riscontrato un passivo di 13,4 milioni di euro. I costi, di 80,5 milioni di euro, erano nettamente inferiori rispetto ai ricavi, di 43,6 milioni: per fortuna le plusvalenze, di 22,6 milioni, hanno ridotto di molto il saldo negativo. Il dato è comunque nettamente migliore di quello della stagione precedente, quando si chiuse con un -38,2 milioni di euro.
Un ulteriore dato interessante è quello dei debiti della società blucerchiata: 37,5 milioni di euro. Valore che può sembrare alto, ma che è notevolmente inferiore a quello di altre squadre. Per esempio il Parma ne aveva 96,5, il Genoa 127,8 o la Roma 158,8 milioni. Certo, ci sono anche squadre messe meglio: il Torino 19,4, l’Udinese 21,7 o la Fiorentina 21,4 milioni. E con debiti non si intendono quello verso i giocatori, per cui gli stipendi risultano sempre pagati regolarmente(ci sarebbero altrimenti penalizzazioni in classifica), ma quelli verso fornitori, enti o ditte. Per quanto riguarda il patrimonio netto della società, la Sampdoria registra 10 milioni di euro tondi tondi.
Da questi dati si ha un quadro più chiaro del motivo per cui la famiglia Garrone ha ceduto la società a condizioni molto favorevoli a Massimo Ferrero. Dopo i 38,1 milioni persi nel 2012 a causa della retrocessione in B, l’esercizio al 31 dicembre 2013 si è chiuso ancora in rosso, come detto in precedenza: 13,4 milioni. La cifra è praticamente la stessa versata in conto capitale (13,7 milioni) dall’ex controllante San Quirico nel corso del 2013. Altro dato interessante come il costo del personale (47 milioni) è stato addirittura superiore al fatturato (43,6). Anche per questo la famiglia Garrone ha garantito la continuità aziendale fino alla cessione, iniettando ulteriore denaro nelle casse della squadra prima che venissero girate le azioni a Ferrero nel giugno del 2014.