2015
Mihajlovic, a me vai bene così…
Mi ha colpito e non poco leggere che tra Samuel e Sinisa, l’attenta e informata critica del tifo blucerchiato si sia decisamente schierata. È bastato un pomeriggio per dividersi. Chi, e sono tanti, con Re Leone (l’idea di Squalo Nero mi piaceva tanto…) chi, e sono meno, con colui che da un anno solare ci tiene lassù, tra le stelle, tra le grandi di questo piccolo campionato. Lo fa con la sua dittatura, da generale serbo, con una squadra che senza la sua cattiveria lotterebbe per non retrocedere. Basta ricordarsi dove ci ha raccolto quando ci ha preso per mano. Ma niente: mi tocca leggere che #SanSinisa vuole prendersi la scena per sé, vuole i meriti del successo, ottenuto sul campo, vuole andarsene a giugno da unico vincitore. Ma non solo. Che non sa gestire campioni, dimenticando che il lavoro sporco nell’Inter di Mancini lo faceva lui. Queste le più belle, la più brutta parlava di razzismo. Si giudica, ma si dimentica il punto di partenza, chi ha sbagliato per primo: un giocatore, tesserato per l’U.C. Sampdoria, che guadagna quanto Romero, non si è presentato all’allenamento del pomeriggio per andarsene a Milano. L’altra, grave comunque, è che Samuel non verrà multato per l’immunità presidenziale.
Sinisa avrà il suo carattere da duro, forse da antipatico ma sa quello che vuole, chi vuole. Parliamo dell’allenatore che ha costruito la Samp 2.0 a sua immagine e somiglianza con un portafoglio con pochi contanti, tante (giuste e intelligenti) scommesse, prestiti, riscatti e controriscatti e perché no, qualche favore (Inter) per un gioco di bilancio che fa andare avanti la baracca Calcio in Italia. Ma è la Samp comandata da lui che è arrivata lassù a toccare l’Europa, a sedersi per qualche domenica sulla porta della Champions meglio non dimenticarselo mai e lasciargli fare il suo lavoro come meglio crede. Non vuole luci puntate né su di sé ma nemmeno su una squadra di bravi operai, chi più o meno specializzato. Il segreto di questa squadra é l’umiltà. Senza non si va lontani. Gli hanno dato fastidio le attenzioni su Eto’o? Avrà avuto le sue santissime ragioni…
Qualcuno fa ancora finta di niente, non ci crede e continua a guardare solo la classifica ma nemmeno Sinisa voleva questo mercato, NON ORA. Non voleva che venisse toccata la sua bella macchinina. Veloce e invidiata. Si è andati vicina a romperla. Inutile nasconderlo. O lui, o me! Sinisa è incazzato. Osti (esclamazione) se lo è ancora dopo il faccia a faccia con un Eto’o un po’ risentito e un Pres sempre sorridente. Non è una novità. Per lui è un bel gioco.
Il sorriso Mihajlovic è un’immagine perduta, a fine dicembre. Colpa del mercato, dice lui. Si è lamentato, solo i sordi non l’hanno voluto ascoltare. A domanda rispondeva non nascondendo un certo disagio. Sembra aver sofferto l’intraprendenza presidenziale, il fatto che a gennaio non lo abbiano ascoltato come in estate. Eto’o, Diakité, l’innocente Coda, lo stesso Munoz e l’addio a capitan Gastaldello sono operazioni che ha faticato ad accettare, condividere apertamente. Pessimo attore.
E così Sinisa ha perso la sua prima battaglia in società, una di quelle che potrebbero pesare pesantemente a giugno. Ma che il momento sia delicato si era capito anche con Il pasticcio Okaka (ricoperto d’insulti…). Sbagliata la gestione, peggio le scelte di Mihajlovic il giorno dopo a San Siro. Già la formazione bis per affrontare Mancini, poi quella di Torino con Bergessio esterno, Duncan fuori e… Qui ho cominciato a sentire le prime critiche del dodicesimo al suo allenatore. Ho ascoltato, letto e discusso (con quelli che riescono a tenere una conversazione di calcio…) sul Sinisa pensiero, del perché di un gennaio faticoso (eravamo abituati meglio!), del perché forzare di continuo la mano, voler avere sempre ragione. Ho la sensazione che la vicenda Mihajlovic, con le giuste proporzioni del caso, assomigli a quella di Conte nell’ultima stagione bianconera, quella che lo portò allo strappo finale, per due pensieri di squadra che andavano all’opposto.
Spero non sia così, che il presidente capisca, si fidi sempre, che soprattutto l’Inter si tenga Mancini, il Napoli Rafa e che nessuno vada in reception a chiedere di lui. Perderlo significherebbe ricominciare da zero. Spero che i tifosi lo capiscano e stiano dalla sua parte…