2015
Torti, bavagli e ingenuità
Rosso a Krsticic, rosso a Wszolek, gialli sparsi, il baby Djordjevic che fa il laterale per 90 minuti, tante seconde linee che lottano, Okaka combattivo e tornato sulla terra (speriamo definitivamente), un rigore parato. E poi quel bavaglio blucerchiato sulla bocca di Ferrero, in tribuna, quando la Sampdoria è rimasta addirittura in 9. Messaggino dei suoi, forse la lettura più stringata e più efficace per commentare il match. Passa l’Inter in Coppa Italia, il mio bicchiere però è mezzo pieno e la squadra saluta la competizione a testa altissima.
Occhi e mente al Palermo, ora sì. Il gruppo di Mihajlovic ci arriva nel modo giusto. Di certo viene da dire peccato, perché tra le sviste arbitrali e qualche ingenuità di troppo si è raccolto molto meno di quanto sarebbe stato possibile. Ecco che un’Inter lacunosa diventa la corazzata dei terribili quattro, a fine gara, e una Samp generosa resta solo generosa e non autrice di un’impresa. Pazienza ragazzi, il cammino per diventare grandi passa anche da step di questo tipo. E allora andiamo oltre, senza tralasciare il fatto che l’espulsione di Krsticic ha cambiato tutto. Tutto.
Nell’ultimo editoriale dopo Parma ho già espresso la mia posizione sulla Samp e le chance di giocarsi piazze importanti in questa stagione. La mia idea dopo Milano non cambia, anzi. Però aggiungo due riflessioni: la prima è sugli arbitri, la seconda sul gruppo. Capitolo direttori di gara: giusto farsi sentire, a mio avviso, dopo l’eliminazione dalla Coppa. Non perché io sia un cultore della moviola né un cane da tartufi complottistici, ma perché ritengo solo che già la salita è parecchio ripida così. Se poi ci aggiungi pure una direzione sprovveduta, diventa quasi da eroi. E ovviamente mi riferisco al cammino in campionato, da inquinare il meno possibile con sviste arbitrali a favore e sfavore. Punto.
Capitolo gruppo: a San Siro ho visto correre tutti, ho visto motivazioni e cattiveria, le ho viste in Okaka e pure in Marchionni, Cacciatore (loro tre saluteranno i tifosi la prossima volta, ne sono certo), Djordjevic, Gastaldello, Romero (che parata sul rigore di Icardi) e così via. E proprio Okaka, soprattutto lui, ha mostrato quella reazione che tutti volevano. Continua così Stefano, coi piedi per terra e la voglia di un tempo, anche perché il calendario non aspetta Eto’o e Muriel. Certo presto arriveranno anche loro, ma intanto il Palermo è dietro l’angolo e gli errori sono vietati.