2015
Ferrero: «Ho faticato quasi un anno per avere la Samp. Dai presidenti mi aspettavo altro»
L’anno di Massimo Ferrero si è chiuso al meglio, anche se qualche recriminazione sulle vicende personali fuoriesce dalla sua intervista rilasciata a Il Messaggero, nella quale ripercorre la trattativa con Edoardo Garrone per l’acquisizione della Sampdoria e i momenti trascorsi sinora a Bogliasco collaborando assiduamente con dirigenza e staff tecnico: «Ho aspettato otto mesi prima di chiudere con Garrone, ho faticato quasi un anno. Volevo rendermi bene conto di che cosa trovavo. Quando sono arrivato alla Sampdoria avevo ottantaquattro tesserati e adesso sono scesi a quaranta. Spero, dopo il mercato di gennaio, di restare con trenta. Male che vada il bilancio sarà negativo di tre milioni. Ma se mi andasse bene, metterò il segno più in meno di un anno. E poi ci sono colleghi che fanno battute sul mio personaggio: mi aspettavo altro da loro. Nessuno mi ha difeso quando sono stato deferito. Io volevo solo essere grato a quanto fatto da Moratti nel calcio e quella su Thohir era solo una battuta. Se il presidente dell’Inter fosse nato a Nizza e io avessi detto ‘cacciate quel francese’ non sarei stato punito. Nessuno in Lega ha aperto bocca, se ne sono fregati come fanno quando accade qualcosa che non li riguarda in prima persona. Non vedo l’ora di essere giudicato. Si chiama corte d’appello, ma ho già scontato un mese. Altre norme da cambiare».
Un particolare rapporto con mister Mihajlovic, nato in altrettanta maniera: «La prima volta che ci siamo visti era a tavola, in un ristorante a Roma. Era il giorno di Italia-Inghilterra, la prima della nostra nazionale al mondiale in Brasile. Lo portai a vederla all’Adriano: sala quattro, io e lui da soli. Più Coca cola e pop corn. Si è fidato subito. E’ un guerriero come me, lo stimo e lo vedo più come amico che come tecnico. Non penserò mai al suo esonero, nemmeno dopo due sconfitte di fila: anche perché lui le due gare le vince».
Piccola parentesi su Delio Rossi, stipendiato ancora dalla società nonostante il suo esonero dalla panchina blucerchiata: «Perchè non ha accettato la transazione. Insomma non è stato diligente. Ma il prossimo contratto lo farò come dico io: con una clausola. Non pagherò più chi non lavora per me».