Ferrero: «Tifosi, stadio e accademia, le mie idee» - Samp News 24
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2014

Ferrero: «Tifosi, stadio e accademia, le mie idee»

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Tifosi, stadio, Academy. Questi i tre temi toccati da Massimo Ferrero nell’intervista rilasciata all’edizione genovese di Repubblica. Parole mai banali, come nello stile del presidente, che non lasceranno indifferente nessuno. A partire proprio dall’approccio con il mondo delle gradinate, non solo genovese, ma a livello nazionale: dai tornelli e dalle barriere di Marassi per una gestione più preventiva e non repressiva dei tifosi, con la lettera inviata ad Alfano nei giorni scorsi. «È incredibile vedere Marassi così blindato, la gente che deve mostrare un documento per rientrare a casa, che per passeggiare deve scavalcare le recinzioni. Se si tirano bombe carta, come i tifosi del Brescia, è giusto che le forze dell’ordine arrestino in flagranza. Ma io sono per la prevenzione, non per la repressione».

A seguire, il progetto stadio: dallo stadio sul mare fatto da Renzo Piano alla gestione del Ferraris con il Genoa, per dare nuova vita all’impianto sportivo che non stacerto vivendo il suo periodo migliore. Un Ferraris da vivere, per davvero: «Sembra un ospizio degli anni ’60. Me lo devono dare per forza. Preziosi mi segua e non se ne pentirà. Gli lancio un’idea: dentro può farci un Baby Kinder, un negozio di giocattoli. Al mattino prosa per le nonnine, teatro dal vivo per gli adulti, concerti per i giovani, spazio per i bambini. Poi pranzo per tutte le tasche nei ristoranti. E al pomeriggio la partita. Uomini a fare il tifo e se il resto della famiglia non ama il calcio, negozi per lo shopping. La domenica perfetta con 2 spicci».

In chiusura, l’ambizioso progetto dell’Academy del calcio “Sampdoria Generation”: «Per fare la Academy ho bisogno d’ingrandire le strutture di Bogliasco. Poi gemellaggi con piccole società italiane, per scovare talenti. Le aiutiamo, diamo magliette e facciamo venire i più bravi a Genova per visionarli. In più accordi internazionali, Spagna, Inghilterra, Germania: 20 ragazzi là, 20 a Genova. Giocano a calcio, imparano una lingua, si divertono. Una vacanza a nostre spese. Se ci credi, tutto si può. Io ho chiamato mio figlio Rocco Contento. La felicità è un attimo, la contentezza per sempre. Per questo ai tifosi voglio dare soprattutto entusiasmo».

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