2014
Beffa che brucia, ma il sogno continua
Una sconfitta che fa male, immeritata per quel che si era visto in campo. Ko che però non ridimensiona il cammino della Sampdoria in campionato.
Giusto fare chiarezza subito, perché il gruppo di Mihajlovic regala ossigeno all’Inter di Mazzarri ed esce senza punti da San Siro ma lo fa a testa altissima. Match giocato ampiamente alla pari con i nerazzurri, costruiti per centrare ben altri obiettivi e spaventati in più di un’occasione da un collettivo coraggioso e ben disposto in campo. A tradire i suoi in coda un’ingenuità di Romagnoli, di nuovo impeccabile per larghi tratti della gara e poco esperto nel gestire la marcatura di Kuzmanovic girato di spalle dentro l’area al 90esimo. Dettaglio che costa carissimo e purtroppo stona dentro una prestazione globale di grande spessore. Sembra stupido dire bene tutto tranne il risultato, anzi mette pure rabbia, ma alla fine è davvero così.
Peccato, peccato, peccato. Lo sottolineo tre volte, come le occasioni limpide create dalla Samp che nei faccia a faccia con Handanovic è davvero maledetta. Duncan nel primo tempo, anche se lì più che il portiere ci è arrivata la traversa. Poi Gabbiadini su punizione prima di Eder a rendere ancor più amara la beffa. Non si può sorridere mai davanti a una sconfitta, specie di questo tipo. Vero però che la crescita di questo gruppo sorprendente prosegue con costanza.
Bicchiere mezzo pieno, allora? Di certo il fallo ingenuo di Romagnoli pagato col rigore si poteva evitare, ma in parallelo le note positive non sono mancate. La Samp ha sofferto in alcune occasioni (giù il cappello, di nuovo, di fronte a un Romero formato Mondiale) ma ha pure graffiato con personalità: Duncan e Obiang in crescita, Mesbah volitivo e atteggiamento collettivo sfrontato e pronto a tutto.
E c’è un episodio che a mio avviso più di tutti può far mantenere il pollice in su: ultimo quarto d’ora, minuto più minuto meno, su un fallo in attacco dell’Inter Regini sradica il pallone dalle mani di Palacio per rimetterlo subito in gioco. Segno di volerla vincere, anche quando potevi accontentarti di un pari facendo scorrere il tempo. Da lì Handanovic volerà sul piattone di Eder poco dopo, poi Icardi depositerà in porta il penalty: punizione severa per la Samp, premio eccessivo per l’Inter. Peccati di gioventù, potrebbe dire qualcuno. Mentalità vincente, mi sento di dire io. E a me questa squadra piace così, anche nella notte del primo ko.