Puggioni e quel derby in Sud: «Ringrazio la gente per la stima. A Verona...» - Samp News 24
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2014

Puggioni e quel derby in Sud: «Ringrazio la gente per la stima. A Verona…»

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In estate ha rifiutato il Genoa, è cresciuto nelle giovanili della Samp e purtroppo per lui non ha mai avuto la chance di vestire la maglia blucerchiata in campo. Christian Puggioni, però, l’altro giorno era in Sud per assistere al derby vinto dalla Samp ed è stato ben accolto dalla Gradinata doriana, con tanto di striscione («Onore a chi rispetta il suo primo amore. Puggioni uno di noi»). Una sensazione bellissima quella di tifare la propria squadra nella partita più sentita: «Un’emozione incredibile, a pochi giorni da un’altra gioia, quello striscione esposto dagli Ultras che mi ha inorgoglito. L’emozione è cresciuto poi al gol di Manolo e al fischio finale, dove finalmente si è potuta liberare la gioia. Che serata da brividi».

EMOZIONI E GOL – Un’emozione forse anche inattesa. Un’accoglienza così positiva ha sorpreso Puggioni: «Ero in mezzo a tutte quelle persone che dedicano la vita alla squadra e sentire da loro un attestato di stima del genere mi ripaga di tante sofferenze calcistiche passate. Devo ringraziare tutta la gente, ero semplicemente felice». Sul gol di Gabbiadini, Puggioni valuta Perin e l’eventuale fuorigioco contestato: «Difficile dirlo sul fuorigioco. Io però dico che in fatto di componente arbitrale abbiamo i migliori professionisti al mondo. Riguardo al gol, da portiere vi posso assicurare che quelle palle sono le più complicate da gestire. Più che su Perin mi soffermerei sull’organizzazione della palla inattiva che ha fatto Mihajlovic. Un primo movimento d’inganno di alcuni giocatori, palla calciata perfettamente da Manolo e gli altri giocatori che chiudono la porta».

SLIDING DOORS – Nato e cresciuto a Genova, Puggioni ha fatto fortuna a Reggio Calabria e Verona, ma non a Genova. Forse c’è qualche rimpianto: «Non rimpiango nulla. Ognuno ha il suo percorso di vita e di carriera: il mio non è ancora finito. Ho avuto la possibilità di crescere calcisticamente nella Sampdoria e questo mi ha permesso di ottenere risultati in altre piazze – dice l’estremo difensore del Chievo a “Il Secolo XIX” -. Lavorare e allenarsi a Genova è stato formativo e mi ha trasmesso la voglia di arricchire il mio bagaglio personale. Per questo ho deciso di iscrivermi a Giurisprudenza, mi mancano otto esami alla laurea…».

CARRIERA – Molti dicono che Puggioni ha capitalizzato poco il suo potenziale. A Pisa, Reggio Calabria e Verona ha fatto bene, ma a 33 anni il bilancio forse è sotto le attese: «La vita è spesso fatta di opportunità: alle volte arrivano, altre no. Quello che importa è fare il proprio meglio quando si è chiamati in causa e per la squadra in cui si gioca. Il fatto di aver raggiunto traguardi personali testimoniati dai numeri è qualcosa che ti ripaga di tanto sacrificio e impegno». Il presente è più difficile, con il portiere fuori dai piani tecnici di Corini: «Francamente è una situazione che faccio fatica a spiegarmi. Sono passato dal record d’imbattibilità con il Chievo a essere l’ultimo nelle scelte tecniche senza un motivo preciso. Non so cosa mi riserverà il futuro, se resterò a Verona o meno. Non cambierà la mia voglia di lottare».

QUEL SOGNO CHIAMATO SAMP – Su Massimo Ferrero e su Sinisa Mihajlovic, Puggioni è chiaro: «Ferrero ha portato grande entusiasmo in società e nell’ambiente: è un personaggio iper-positivo e gli auguro di scrivere una pagina importante di questo club. Per la Samp parla la classifica e il suo allenatore. Mihajlovic era un valore aggiunto da giocatore e lo è da allenatore. Per altro, ha già vinto due derby su due». Forse c’è ancora il sogno per Puggioni di tornare alla Samp: «I sogni non vanno mai abbandonati. Poi chi tifa Samp sa che “ci lega un filo, un filo che ci porta dritto a Lei”».

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