Osti: «Ferrero ha portato grande entusiasmo. Okaka...» - Samp News 24
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2014

Osti: «Ferrero ha portato grande entusiasmo. Okaka…»

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Ospite ad Anteprima Calcio, programma andato in onda questa sera sulle frequenze di Primo Canale, il direttore sportivo blucerchiato Carlo Osti ha parlato solo e soltanto della sua Sampdoria, analizzandola in tutti i suoi aspetti.

La discussione ha preso avvio da un argomento importante per la storia blucerchiata, ossia l’arrivo di Ferrero in società: «Quando è arrivato il nuovo Presidente io sono rimasto, anche perché avevo un contratto in essere. Io svolgo questa professione, di d.s., da molti anni e di presidenti ne ho incontrati tanti, ma devo dire che Massimo Ferrero è un imprenditore che porta nel calcio grande entusiasmo: è passionale, caldo, vive la Sampdoria a 360° e vuole sapere tutto. La gente gli vuole bene e ripone in lui molta fiducia, lui che ha portato una ventata di entusiasmo nell’ambiente. E l’entusiasmo straripante si sente anche nella squadra, che anche quest’anno dovrà affrontare un cammino difficile, duro, in un campionato non semplice, anche perché sappiamo bene come le partite possano a volte essere determinate da episodi».

Non si poteva, poi, non parlare di mercato e, più in particolare, delle operazioni portate a termine dalla società durante la lunga finestra estiva: «Per come va il calcio negli ultimi anni, bisogna dire che esistono diversi tipi di mercato. Noi siamo riusciti a lavorare ed agire al meglio, in maniera molto positiva, anche se non tutti gli obiettivi che avevamo sono stati raggiunti. Siamo infatti riusciti – ha spiegato – a creare un equilibrio della rosa e di tutti i reparti, mantendendo in squadra elementi di spessore nonostante siano arrivate non poche richieste importanti. Il mio lavoro? Per quanto riguarda i primi tempi della mia esperienza alla Samp, il mio biglietto da visita – Rodriguez – purtroppo non è stato un grande affare, perché il giocatore ha dimostrato di non essere adatto al calcio europeo ed italiano in particolare. Oggi questa è una Sampdoria diversa, formata da una parte da giovani di qualità e prospettiva e dall’altra dalla giusta dose di esperienza, che è diventata un aspetto fondamentale per ogni squadra».

Riguardo a Stefano Okaka, forse l’attaccante più in forma a disposizione di Mihajlovic, il d.s. è assolutamente soddisfatto per quanto stia diventando una risorsa indispensabile per la Samp, grazie a tecnica, forza fisica e grande senso del gol: «Sono felicissimo per Stefano, sta fornendo prestazioni di altissimo livello. Qui a Genova ha trovato l’ambiente ideale, mi auguro che continui a giocare così e spero – ha rivelato – che la Sampdoria possa rappresentare un momento topico per la sua carriera. Ha fortemente voluto vestire la maglia blucerchiata e adesso dimostra grande attaccamento verso la squadra, i colori e l’ambiente. Il rinnovo del suo contratto? Sento abbastanza spesso il suo procuratore, siamo tutti contenti del fatto che Stefano stia facendo così bene e avremo sicuramente modo, a più riprese, di sederci ad un tavolo per trovare un accordo. Gabbiadini? Riguardo alla posizione in campo, è compito soltanto del tecnico scegliere quale sia la più adatta e non devono decidere gli agenti. Manolo, comunque, ha grandissime potenzialità, oggi è un attaccante esterno che ha un calcio straordinario. E’ un faticatore, che dà un grandissimo contributo anche in fase difensiva, e mi auguro possa crescere e segnare molto anche quest’anno».

In conclusione di serata, Osti ha spiegato anche di aspettarsi «un Sassuolo incattivito» nella prossima partita di campionato della Samp, soltanto dopo aver parlato del fenomeno dello svuotamento degli stadi, discusso intensamente negli studi del programma: «Una volta gli stadi erano sempre pieni, perché era l’unico modo per vedere le partite. E’ strano vedere che in altri Paesi gli questi siano sempre pieni, mentre in alcuni di quelli italiani c’è da vergognarsi perché non siamo in grado di dare dei servizi adeguati alla gente. Bisognerebbe ripartire da zero, bisogna creare strutture adeguate e cercare di migliorare lo spettacolo, perché in genere fino al sessantesimo le partite sono tutte uguali. Lo spettacolo che viene offerto, poi, è troppo caro e non è adeguato per il pubblico».

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