2014
ESCLUSIVA – Foggia: «Non potevo dire di no alla Samp, tifosi sempre presenti. La notte di Varese…»
Un folletto napoletano, cittadino onorario di Reggio Calabria, a testimoniare che ovunque vada lasci un ottimo ricordo, anche se resta poco: d’altronde con la Reggina ha giocato appena sei mesi, non un’eternità. Lo ha fatto anche a Genova, nonostante un anno non da protagonista, ma lo ha fatto perché arrivava da tre anni alla Lazio, in Serie A, e aveva accettato la Serie B. sentiva il calore dei tifosi, sentiva l’affetto della città, e forse non tutti ricordano quando diede un passaggio, al rientro da una partita di campionato, ai campani blucerchiati, in trasferta lunga per il Doria.
Con la maglia della Sampdoria trovò la 300esima presenza in carriera, fu l’acquisto del 31 agosto, il colpo finale di un’estate all’insegna dei grandi nomi per un campionato cadetto. Poi molti rivelatisi non all’altezza. Pasquale Foggia, però, in maglia blucerchiata ebbe non poche cose da dire e da far vedere, nonostante i suoi soli tre gol, uno dei quali regalò una vittoria ad Ascoli insperata, allo scadere, il 15 ottobre. Adesso che Foggia è svincolato, senza squadra, dopo aver lasciato la Salernitana, ai nostri microfoni ha ricordato i tempi andati al Doria, quella stagione che, nonostante la categoria che non ci apparteneva, ha saputo regalare gioie che ancora oggi portiamo con noi.
Pasquale, iniziamo col parlare del tuo arrivo a Genova. Venivi dalla Lazio dove eri messo un po’ ai margini, alla Samp invece ti sei rilanciato…
«Si, era il 31 agosto, l’ultimo giorno di calciomercato, quando arrivai a Genova. Non avrei mai pensato di scendere in Serie B, ma la Sampdoria non si poteva rifiutare. Arrivai con tanto entusiasmo e fu un anno bello, anche se ci fu tanta sofferenza. Le vittorie più belle, però, si ottengono anche così».
A primo impatto come ti è sembrato l’ambiente Sampdoria?
«L’ambiente Samp è in linea con il calcio italiano: società organizzata, seria e tifosi che, nonostante contestazioni civili, non ci hanno fatto mai mancare il loro sostegno. Meglio di così non si poteva chiedere».
Insomma, già dalle prime battute si capiva che quell’ambiente non aveva nulla a che fare con la Serie B…
«No, né per la società e né per i tifosi».
Il tuo rapporto con la società e i tifosi?
«Ottimo, mi sono trovato bene sia nella vita quotidiana che in quella calcistica».
Come trascorrevi le giornate a Genova?
«Facevo una vita molto tranquilla e normale, passeggiavo in centro insieme alla mia famiglia dopo gli allenamenti. Una città molto tranquilla».
Dovessi parlare di quella stagione?
«Direi che fu una stagione dove non partimmo benissimo, l’inizio di campionato non fù esaltante, ma alla fine sappiamo tutti come è andata. Abbiamo conquistato la promozione in Serie A da sesta classificata, una cosa che non era mai successa».
La Serie B è un campionato lungo e con tante partita, ma c’è una gara che porti nel cuore?
«Senza dubbio la partita di Varese che ha sancito la promozione, ma quella in cui è arrivata la svolta è stata contro il Brescia, terminata 2-0»
La partita più difficile in cui avete sofferto di più?
«Credo quella a Nocera in cui perdemmo 4-2, fù un colpo basso».
In quella stagione hai messo a segno 4 gol, ma quale metti in cima al podio?
«Quello fatto contro il Grosseto, eravamo reduci da risultati non troppo esaltanti e la vittoria in terra maremmana ci diede morale».
Come si vivevano le giornate all’interno dello spogliatoio?
«Un’atmosfera serena anche in momenti difficili, eravamo un gruppo composto da professionisti e bravi ragazzi, nessuno fuori le righe. L’ambiente ideale a 360°».
Come è cambiata la Samp da Atzori a Iachini?
«È cambiata in termini di risultati, ad Atzori sono mancati quelli. Quando si inizia a vincere diventa tutto più semplice, ma personalmente, così come tutti i miei compagni, abbiamo un ottimo ricordo del mister: una persona seria e un gran lavoratore. Gli auguro di riprendersi la sua carriera, è un tecnico molto preparato. Iachini è un vincente e lo ha dimostrato, ha tanto di merito»
La carica che vi trasmetteva Iachini?
«Iachini è uno che fa del carattere il suo punto di forza »
Capitolo play-off: come avete vissuto le ultime due giornate? Tra l’altro caratterizzate da due sconfitte…
«Eravamo concentrati sui play-off, sapevamo di affrontare il Sassuolo che era una squadra forte. Il nostro obiettivo era stato raggiunto, avremmo disputato i play-off. Gli ultimi giorni ci siamo rilassati, pur mantenendo il nostro carattere. Le ultime due gare erano due partite importanti, ma quando arrivi scarico e hai raggiunto l’obiettivo, ci sta non dare quello che vorresti».
Com’è stata la notte prima della finale di Varese e, poi, il sogno Serie A al triplice fischio?
«Tutta la settimana prima di Varese è stata intensa e ci siamo rilassati in ritiro. C’era la giusta concentrazione, senza ansia di vittoria. Il fattore importante è stato questo, essere tranquilli senza avere timori. Eravamo consapevoli dei nostri mezzi».
In conclusione, non si può non parlare della Sampdoria attuale…
«La Samp riparte da un allenatore forte come Mihajlovic e da un gruppo che conosce a memoria il sistema di gioco e il modulo. Una squadra forte con giocatori del calibro di Palombo, Gastaldello, Krsticic, Soriano che sono fondamentali. Auguro di arrivare più in alto possibile»