Il Mustafi Mondiale: «Ha vinto il gruppo più forte. Presto recupererò per la Samp» - Samp News 24
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2014

Il Mustafi Mondiale: «Ha vinto il gruppo più forte. Presto recupererò per la Samp»

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A 22 anni, è difficile aver realizzato uno dei propri sogni. Per Shkodran Mustafi, il sogno è diventato realtà: campione del Mondo, quando a maggio era stato escluso dalla lista dei 23 per il Mondiale. Poi l’infortunio di Reus ha aperto le porte per il paradiso. E lo stesso Mustafi è in difficoltà nel descrivere la gioia: «La lingua tedesca ha tantissimi vocaboli, ma in questo momento non ne esiste uno che possa descrivere esattamente quello che sto provando. Ho solo 22 anni, ho disputato pochi mesi fa la mia prima partita in nazionale. Quello che mi è accaduto mi sembra impossibile… Quello che ho provato durante la finale mi sembra impossibile. Una tempesta interiore che sono sicuro non avrei avuto nemmeno se avessi giocato. E che non conoscevo».

Alla fine, ha vinto la squadra più forte: «Sì, ma completamente. Nel senso che ha vinto il gruppo più forte. Prima del Mondiale, sentivo dire che campioni del Mondo si diventa solo quando si è uniti. La forza del gruppo è superiore a quello del singolo – dice Mustafi, come riporta “Il Secolo XIX” -. E in questo torneo ne ho avuto la riprova. Ogni minuto di gioco, ogni azione che facevamo, ci accorgevamo di quanto eravamo uniti». Adesso il ritorno per la festa a Berlino: «Ho già ricevuto tantissimi messaggi, penso che la mia famiglia sia impazzita per la gioia».

Tuttavia, il primo pensiero è stato per la Samp: «Sto meglio. Adesso in Germania sarò visitato dal dottor Müller-Wohlfahrt, il medico della nazionale. Ma va meglio, posso già fare delle corse leggere. E in ogni caso avete visto che sprint che ho fatto al fischio finale di Rizzoli? Se Mihajlovic e Baldari mi hanno visto, si saranno sentiti meglio». Anche il padre di Mustafi sprizza gioia da tutti i pori: «Un sogno di famiglia… l’ho sentito e mi ha detto che non riesce ancora a crederci. Si sente ancora come quel giorno, quando era dal carrozziere e gli è arrivata la chiamata per andare in Brasile. Gli avevo detto: «A questo puoi tornare a casa solo da campione del Mondo. E così è stato».

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