2014
E. Mantovani: «Di Ferrero mi ha stupito lentusiasmo e la schiettezza»
Se dici Mantovani dici Sampdoria, e che Sampdoria. Quella dello storico scudetto, quella dei gemelli del gol Vialli&Mancini: in poche parole la Sampd’oro.
Sono passati più di vent’anni da quella Sampdoria, ma i bellissimi ricordi nelle menti di tutti i tifosi blucerchiati sono ancora freschi, così come lo sono per Enrico Mantovani, ex presidente della società di Corte Lambruschini e figlio del grande e indimenticabile Paolo. L’imprenditore genovese, nel corso di una lunga intervista rilasciata ai taccuini de La Repubblica, ha avuto l’occasione di parlare del recente cambio di proprietà avvenuto alla Sampdoria.
L’ANTICIPAZIONE SU TWITTER – Tramite un cinguettio rilasciato sul suo profilo ufficiale di Twitter, Mantovani fu uno dei primi ad anticipare l’imminente cambio di proprietà e a dare il benvenuto a Massimo Ferrero: «Per me fu un atto dovuto, essendo un ex presidente ormai fuori dai giochi, dare il benvenuto a chi aveva preso la responsabilità di comprare la Samp. Nel frattempo era doveroso ringraziare chi per dodici anni aveva investito tempo e denaro per la società di cui sono e resterò per sempre tifoso».
LA REAZIONE – «Per quanto avessi saputo un po’ prima degli altri della cessione a Massimo Ferrero, ho condiviso con tanti sampdoriani la sorpresa. Forse ho soltanto potuto alleggerire un po’ lo shock. Ma non per Ferrero in sé. Dodici anni sono tanti e alla guida della Sampdoria c’è sempre stata una certa continuità. È vero che mio papà era di Roma, ma radicato a Genova da moltissimo tempo. Soprattutto, come modo di pensare e agire era senz’altro più genovese che romano. Detto questo, da qui a esprimere un giudizio sul nuovo presidente, una persona che non conosco, ce ne cresce. A me interessa il campo», dice Mantovani.
LA PRIMA IMPRESSIONE – Il personaggio di Massimo Ferrero ha stupito tutti per il suo modo di fare, completamente diverso da quello dei precedenti numeri uno di Corte Lambruschini: «Ripeto, non lo conosco, ci ho solo parlato al telefono una volta, il giorno dopo l’ufficializzazione. Senza dubbio mi ha colpito il suo entusiasmo, in più è una persona schietta, decisa. Ma soprattutto mi fido di Sinisa Mihajlovic. Se il mister ha dichiarato certe cose dopo il suo incontro con Ferrero, vuol dire che le pensa. A me sta bene questo».
SCIVOLONE DELIO ROSSI – L’ex mister blucerchiato non vuole rescindere? E allora io gli farò allenare gli “esodati”. Questo il messaggio che aveva lanciato a chiare lettere il neo presidente blucerchiato, che però ha suscitato parecchie polemiche all’interno dell’Associazione Italiana Allenatori Calcio: «È lo scotto di un novizio del calcio – sostiene Mantovani – è possibile che commetterà ancora errori di questo tipo. Lo stesso Ferrero ha ammesso di non possedere ancora tutte le competenze. Avrebbe potuto delegare tutto, invece ha scelto di volersi occupare in prima persona della Samp. Mi sembra che qualcosa di positivo nella sua vita lo abbia compiuto, quindi non vedo perché non essere ottimisti».
CALCIOMERCATO – Immancabile, visto il periodo, una domanda sul mercato: «Da tifoso voglio Samuel, Cambiasso e un attaccante da 25 gol a stagione. In realtà ritorno alle parole di Mihajlovic, che ha parlato di prospettive forse migliori di prima. Di certo sarei stupito se non ci fosse una sorpresa. Quella me l’aspetto».
PROGETTI BLUCEERCHIATI – Riccardo ed Edoardo Garrone avevano provato a regalare alla Sampdoria qualcosa di speciale come uno stadio, ma alla fine anche loro hanno dovuto rinunciare. Massimo Ferrero sembra avere le idee molto chiare, non che i precedenti non le avessero, però sembra deciso ad impegnarsi molto – cercando di oltrepassare i soliti problemi e dubbi di Genova – per dare alla sua Sampdoria ciò che si merita: «Certo, non credo sarà facile mettere in pratica tutto. Ma questa è l’Italia, non solo Genova. Lo stadio di proprietà era già un mio pallino, allora la Juventus con Giraudo stava cercando di realizzarlo, guardiamo quanti anni ci ha messo per costruirlo. A parte la Juve, c’è solo l’Udinese che sta ristrutturando il “Friuli” e la Roma che ha presentato un progetto pazzesco. Purtroppo non brilliamo per rapidità. E poi, stadio a parte, è la struttura del calcio italiano che andrebbe cambiata. Non si capisce perché in Germania la serie A funzioni bene nel suo insieme, senza doping finanziario, senza che azionisti forti pompino di continuo milioni e milioni di euro».
LA FAMIGLIA GARRONE – «A volte mi dicono che son fazioso, ma se la Sampdoria nell’arco dei 12 anni riesce a raggiungere una finale di coppa Italia, i preliminari di Champions, una promozione dopo una scivolata in serie B, non si può non avere un riscontro positivo. Soprattutto in relazione a quanto speso. So che la critica spesso è “con tutti quei soldi si potevano avere risultati migliori”, ma intanto i Garrone ce li hanno sempre messi e questo deve far riflettere». Ha un consiglio da dare a Massimo Ferrero??«Non mi permetto…», chiude Mantovani.