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2014

Il pagellone di SN24 – Angelo Da Costa

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Angelo Da Costa, alla sua prima stagione da titolare, ha letteralmente diviso in due l’opinione della tifoseria: tanto amato e tanto inviso da una parte e dall’altra che viene difficile fare un bilancio della sua stagione senza, un minimo, lasciarsi condizionare.

Il mestiere del portiere è un mestiere ingrato: se commetti un errore, la percentuale che dal tuo errore scaturisca un gol è molto alta, se fai una parata incredibile vale poco nell’economia di una partita persa. Insomma, che si vinca o che si perda, a meno che tu non pari un rigore ci sarà sempre chi addosserà le colpe a te, che sei l’estremo difensore e baluardo della porta. Aggiungiamo poi che spesso, anche davanti alla non colpevolezza del portiere, quando magari l’errore è del difensore, c’è chi riesce comunque a vedere l’insicurezza, il ritardo nell’intervenire di chi si trova tra i pali.

Angelo Da Costa, non è scevro da colpe, questo è vero. Ma altrettanto vero è che nel periodo in cui in porta c’era Romero, inviso a parte della tifoseria, venne più e più volte chiamato a gran voce per sostituire il portiere argentino. Tant’è che molti ancora ricordano le partite dei play-off e le volte che entrato al posto di Romero convocato in Nazionale, diede buona prova di se.

Ma veniamo a questa stagione: può considerarsi un valido primo portiere? Dipende dai punti di vista. Probabilmente aver subito 49 reti in 33 partite non depone a favore di Da Costa, però è anche vero che dopo i fischi di Milano, Mihajlovic non ha pensato neanche per un attimo ad avvicendare Da Costa con Fiorillo, confermandolo fino a salvezza raggiunta. La situazione dell’estremo difensore blucerchiato è stata anche complicata dalla buona prestazione di Fiorillo in Coppa contro la Roma, alimentando la spinta dei tifosi a chiedere un cambio.

Da Costa non ha fatto errori clamorosi, di quelli che puoi veder fare a Curci o ad Agazzi, ma non ha neanche mai brillato per chiusure incredibili dello specchio della porta. L’altro lato della medaglia però lo si è visto nelle ultime partite quando Fiorillo è stato messo tra i pali a sostituirlo. Chi durante la stagione chiamava a gran voce il cambio, facendo di Vincenzo già il portiere titolare del futuro, pian piano,  ha dovuto ricredersi affermando che il giovane portiere genovese ha ancora tanti limiti dovuti alla scarsa esperienza in Serie A, dopo un buon campionato di B. Pronto per un anno da titolare? Forse sì, forse no.

Romero non andava bene per le troppe papere compiute e per il lauto stipendio che percepiva, Da Costa non ha fatto bene e molti si auspicano che vada altrove, Fiorillo da parte sua potrebbe essere pronto, come potrebbe non fare la differenza. La realtà dei fatti è che Da Costa potrebbe lasciare Genova, dopo una stagione non brillante ma in linea con quella dei suoi predecessori, con la consapevolezza di non aver fatto la differenza quando, forse, poteva farla ma anche di essere incolpevole quando è stato chiamato ad intervenire per salvare la situazione determinata da errori altrui.

Perché la verità è che, quando l’attaccante avversario arriva a tu per tu con il portiere, indisturbato, o quel portiere si chiama Buffon oppure il gol lo prendi, quindi prima di addossare tutte le colpe di questa stagione al portiere, bisognerebbe almeno dare un concorso di colpa a lui e alla difesa che in determinati casi non ha saputo arginare le formazioni avversarie, portando spesso il portiere a dover intervenire quando l’azione poteva essere fermata altrove. Da Costa incolpevole? Assolutamente no. Ma non è neanche il vaso di Pandora di tutti i mali della Sampdoria.

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