Un’altra sconfitta di fine stagione

Suppongo che della partita ci sia sostanzialmente poco da dire. È da quando siamo salvi che il copione è spesso il seguente: Mihajlovic il sabato mattina s’impegna a dire che il campionato non è finito e che bisogna dare tutto, la squadra poi la domenica gioca male e perde (l’ha fatto cinque volte nelle ultime nove). Qualche volta la voglia di vincere e di giocare le partite di Mihajlovic si è anche tradotta in allenamenti più restrittivi, ma da qualche settimana pure il serbo – giustamente – si è arreso e ha ammesso che, arrivati a un certo punto, è difficile trovare le motivazioni.

Non so se sia effettivamente il caso di preoccuparsi. Anche l’anno scorso, dopo la salvezza, pensammo che il calo finale fosse legato alla mancanza di motivazioni. Invece, la stagione corrente ci ha dimostrato che quella squadra con quell’allenatore fosse sostanzialmente fatta per vincere qualche partita e perderne molte altre, semplicemente perché così forte e attrezzata non era. La versione di Mihajlovic è sembrata essere decisamente più forte, perché innanzi tutto ha vinto molte più partite e perché fino a un mese fa, salvo un paio d’eccezioni, giocava benissimo anche quando perdeva. E poi, sì, molto dipende anche dall’avere giocatori che per indole non hanno nel carattere la propria qualità migliore (ad esempio, Eder e Gabbiadini sono dei «pezzi di pane»).

C’è stato un ottimo tifo e c’è stata soprattutto una bella giornata di sport – di questi tempi sottolinearlo non guasta affatto -, condita da un bellissimo gesto. Cassano non ha esultato, ed è praticamente la prima volta che succede nella sua carriera. Al di là della dietrologia, ormai inequivocabile (è evidente che voglia davvero tornare alla Sampdoria), mi piacerebbe sottolineare che nonostante tutto negli ultimi mesi e anche ieri, sul campo ha continuato a fare il Cassano e fuori sta dando sempre meno problemi. E speriamo che almeno Prandelli se ne sia accorto.