2014
Eder e la mancanza del gol: «Non mi butto giù e lavoro duro»
Mentre tutti festeggiavano la grande prova contro l’Hellas, un uomo entrava quando tutto era già deciso: Eder Citadin Martins è stato fondamentale nei primi tempi con Mihajlovic, ma ora la sua corsa sembra essersi fermata. Contro l’Hellas, un turno di riposo era necessario. Il brasiliano dice di star bene e non si fa cruccio dell’esclusione dall’ultima gara: «Non c’è problema. Come sempre da quando gioco nella Samp, il mio primo obiettivo è aiutare la squadra. Se scendo in campo posso inseguire il risultato giocando, altrimenti tifando per i miei compagni. Questo è un gruppo fantastico. Quando è arrivato Mihajlovic avevamo nove punti, oggi ne abbiamo 37 a nove giornate dalla fine. Chi ci avrebbe creduto? E secondo me tutti quelli che compiono un’impresa andrebbero elogiati».
C’è però una postilla nell’Eder-pensiero: «Poi però bisogna essere onesti con sé stessi. E con gli altri. E allora riconosco che le mie due ultime prestazioni contro Livorno e Atalanta, non sono state all’altezza. Un calo fisico, mentale… forse un po’ tutti e due. E tenendo conto che abbiamo sempre tirato la carretta, credo che ci possa stare nell’arco di trenta partite disputarne un paio sotto tono – dice l’attaccante blucerchiato a “Il Secolo XIX” – Per me, ripeto, problemi non ce ne sono. Il gruppo viene sempre davanti a tutto e relativamente alla gara di ieri (domenica, ndr) sono felice per Renan e Sansone. Negli ultimi mesi hanno avuto poche occasioni per giocare, ma in allenamento hanno sempre dato il massimo. Adesso tocca a me prendere esempio da loro. Le scelte poi spettano all’allenatore».
Il filotto di gol tra dicembre e gennaio (cinque gol in cinque gare) gli si è rivoltato contro, ora che Eder non segna da dieci turni: «Non penso di esser un caso. Sono a quota nove, che è il mio record personale in A. Nella scorsa stagione ne avevo fatti sette in trenta gare. A Cesena, sempre in A, due in 17 e poi 5 in 19 con la Samp in B. Ho passato periodi anche più lunghi di dieci gare senza segnare». Eder rimane comunque fondamentale per la manovra blucerchiata, nonostante non sia mai andato in doppia cifra in A: «E’ vero, quest’anno mi è capitato di segnare gol ravvicinati, ma è altrettanto vero che non gioco per il gol. Preferisco giocare bene senza segnare che restare in mezzo all’area aspettando il pallone. Ho sempre ragionato così. Il fatto è che tu vorresti sempre dare il massimo, ma a volte non ci riesci. Può capitare a tutti. Bisogna affrontare la situazione con serenità, senza perdere fiducia».
Lo stesso mister blucerchiato è prodigo di consigli per Eder e il brasiliano non si butta giù: «Mihajlovic a volte mi dice che devo dare di più in allenamento e quindi darò ancora di più. Poi qui ci sono 24 ragazzi e si va in campo in undici. Le scelte sono obbligatorie e l’allenatore ne ha sempre tre per ogni giocatore disponibile: campo, panchina o tribuna. Non vedo problemi: non ne hanno fatti ragazzi che sono stati fuori otto mesi, perché li dovrei fare io? Sono contento dei miei nove gol, dei punti che hanno portato, degli assist che ho fatto e delle mie buone prestazioni – confessa il numero 23 della Samp – Anche di quelle con Delio Rossi. Un momento così ci può stare, non mi butto giù».
Anche il momento da “punta adattata” è passato. Una volta rispostato più indietro, il gol è sparito: «Da quando è arrivato Mihajlovic ho giocato un po’ dappertutto. Non ho una posizione preferita, non mi attacco a queste cose… a volte semplicemente riesci e altre no. Mihajlovic è stato bravo a trasmetterci tanta positività: se fosse stato lui a novembre a dirci che cammino avremmo fatto, non gli avremmo creduto. La vittoria con il Verona è stata bellissima: dobbiamo continuare così, senza abbassare la guardia». Ora il Sassuolo: «Per loro è una partita quasi da dentro o fuori». E contro gli emilani ha anche segnato nell’andata dei play-off del 2012: «Di testa, l’1-1. In un Ferraris indimenticabile».