2014
La domenica con Lei – “Manita” blucerchiata: ora serve continuità
La Sampdoria umilia il Verona e conquista virtualmente la salvezza anticipata, giocando la partita perfetta a livello offensivo. La gara contro i gialloblu dura solo un tempo, aperto con la rete di Sansone e chiuso con quella di Soriano, frutto di un’azione splendida partita dai piedi di Palombo, accelerata dallo spunto di Regini (sicuri che sia un centrale difensivo?) e finalizzata dal giovane centrocampista di origini tedesche, completamente rivalutato dalla gestione Mihajlovic. Il Verona, soprattutto nel primo tempo (dopo l’1-0 ha creato almeno tre nitide palle gol), non ha sfigurato ma è stato decisamente passivo sia nellla fase di costruzione di gioco, sia in quella difensiva. I gol subiti dai gialloblu sono stati dei pugni troppo forti e ben assestati per poter abbozzare una reazione degna di nota.
Il Doria, dal canto suo, ha premuto sull’acceleratore fin dai primi istanti di gioco, trovando in Soriano la sua principale fonte di ispirazione, e in Renan e Palombo due maratoneti in missione. Il modulo adottato da mister Mihajlovic, un 4-3-3 molto dinamico grazie alla posizione di Sansone, che si è mosso con grande libertà e senso tattico, ha dato grandi soddisfazioni soprattutto nella fase di interdizione a centrocampo e di sviluppo del gioco offensivo sulla fascia sinistra. Molto interessante è stato vedere l’atteggiamento propositivo e totalmente dedito alla causa di Sansone e Renan, due ragazzi che finora sono stati utilizzati col contagocce (soprattutto l’ex Sassuolo). Non solo entrambi hanno dimostrato di poterci stare eccome in questa Samp, ma hanno costituito una variante tattica che mai si era proposta finora. Mi riferisco in primo luogo al tridente offensivo, orchestrato dalla presenza fondamentale di Maxi Lopez (ottima la sua prestazione), composto sugli esterni da due giocatori di piede mancino. Se nel lato di Gabbiadini lo sviluppo del gioco prevedeva l’accentramento, con conseguente movimento a ricevere di un centrale di centrocampo e di sovrapposizione di De Silvestri, dall’altra parte si è assistito a uno sviluppo in profondità della manovra: attaccare gli spazi e fare male con tagli backdoor o col calcio da fuori, inteso sia come conclusione che come cross dentro l’area. Lo scivolamento dei difensori e il modellamento degli stessi alla manovra doriana è stato senza dubbio molto complicato per gli uomini di Mandorlini. A rendere il tutto estremamente interessante hanno contribuito sia la posizione molto dinamica di Sansone, bravo ad abbassarsi e a ricevere il pallone fra le linee, sia gli inserimenti di Renan e Soriano. Soprattutto quest’ultimo ieri ha dato saggio delle sua capacità tecniche, uscendo spesso da un dribbling col la palla al piede e dando alla squadra quel cambio passo necessario per ritmare la manovra offensiva. A livello offensivo ieri ha funzionato proprio tutto e non è certo perchè non hanno giocato Eder, che ritengo imprescindibile, e Okaka. L’approccio è stato quello giusto e la voglia di vincere ha prevalso in maniera netta su un avversario apparentemente appagato dallo splendido campionato fin qui giocato.
La “manita” di ieri, pur esagerata nella sua essenza, certifica virtualmente la salvezza. Ora il passo avanti nel processo di crescita di questa squadra è rappresentato dalla continuità nell’atteggiamento: si devono ridurre drasticamente i cali di tensione e la passività che ne deriva. Nel calcio si può anche perdere ma l’approccio non deve essere mai sbagliato. Una prima prova di maturità sarà la partita di mercoledì contro il Sassuolo. La salvezza è arrivata, ora bisogna crescere e non commettere gli stessi evitabili errori del passato.