Modulo che vince, convince: avanti con il 4-3-3? - Samp News 24
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2014

Modulo che vince, convince: avanti con il 4-3-3?

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Vujadin Boskov – che tra i tifosi della Sampdoria non ha bisogno di presentazione – tra le sue tante massime, ben presto passate ai libri di storia del calcio, aveva anche “squadra che vince non si cambia”. Dopo la manita di ieri sul Verona, Sinisa Mihajlovic non può non prenderne atto, concedendosi di storpiare – anzi no diciamo adattare – il mantra del maestro in un “modulo che vince non si cambia”. La vittoria sugli scaligeri non ha solo defenestrato Giulietta dal balcone ma ha sancito in maniera chiara e netta che il 4-2-3-1 è da mettere per un po’ in naftalina: troppo prevedibile e poco incisivo in attacco.

I fatti confermano il 4-3-3 come modulo dimensione Sampdoria. Per la verità è ancora troppo presto per farne una teoria scientifica, visto che è stato sperimentato in appena due occasioni, per un totale di tre tempi, ma i test stanno dando riscontri positivi. Due partite or sono il battesimo ufficiale in Samp-Livorno, match apparentemente compromesso dopo il primo tempo che il Doria ha saputo ribaltare segnando quattro gol in appena 26 minuti, grazie alle barzellette serenanti di Sinisa ed al cambio di modulo: dentro Krsticic per uno spento Obiang, Soriano arretra di un paio di metri e lascia tutto lo spazio per colpire a Gabbiadini, Eder e Okaka. Una delle prime cose che ti insegna la matematica è la proprietà commutativa, cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia. E Sinisa ha fatto capire che anche cambiando gli interpreti – ieri il trio offensivo era composto da Gabbiadini, Sansone e Maxi Lopez – il suo 4-3-3 sembra funzionare a meraviglia: cinque gol al Verona in appena 53 minuti e soprattutto difesa inviolata. 

Tirando le somme, il nuovo modulo ha portato in dote sei punti decisivi in due partite, pardon in tre tempi, e regala salvezza tranquilla a marzo con la possibilità di mettere il naso in zone più nobili della classifica. Il pallottoliere è impressionante se si considera che nelle gare di cui sopra sono stati messi a segno ben nove gol, tre arrivati dai piedi degli avanti (Gabbiadini, Okaka e Sansone) e quattro da centrocampo (Krsticic, due di Soriano, Renan e Palombo). Se queste sono le premesse, perché non continuare così? 

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