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2014

Bazzani e la seconda giovinezza con il Mezzolara

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Ha accarezzato il grande calcio per qualche anno, ha persino giocato in nazionale, ma poi gli infortuni lo hanno fatto sparire dai palcoscenici più importanti. Fabio Bazzani, però, non si è mai arreso. L’attaccante continua tuttora a giocare all’età di 37 anni e lo fa in Serie D, con la maglia del Mezzolara. Ormai sono quasi quattro anni che si trova nei pressi di Bologna e l’ex Samp non ha mai visto la possibilità di giocare nei Dilettanti come un ripiego, bensì come un’opportunità per riscoprire quanto di vero e autentico c’è nel mondo del pallone.

E’ lo stesso attaccante a confermarlo, raccontando la sua storia: «Nell’estate 2010, quando ho chiuso l’annata alla Spal tra mille vicissitudini, non avrei pensato di continuare a giocare a calcio. A 34 anni e con due figli piccoli, io e mia moglie (Alessia Merz, ndr) avevamo solo voglia di stabilizzarci e sentirci una famiglia in grado di vivere serenamente la quotidianità – afferma l’ex giocatore blucerchiato – Certe situazioni che avevo vissuto sulla mia pelle mi avevano fatto passare la voglia di giocare a calcio in certi contesti».

Poi è arrivato un club della sua terra a portargli nuovamente gioia per il pallone: «Il Mezzolara, però, ha riacceso da subito l’amore per il calcio giocato. La prima volta che andai al campo per allenarmi fu per fare un favore al d.s. Massimiliano Calzolari, mio ex compagno di squadra, che mi stava pressando da tempo – ricorda Bazzani a eurosport.com Da subito mi resi conto però che sarebbe stato stimolante far parte di quella squadra, mettere al servizio la mia esperienza e dare una mano a un gruppo di persone squisite, appassionate e di cui ti puoi davvero fidare. Inizialmente l’idea era di fare un anno, invece questa è la quarta stagione: mi sto divertendo molto e mi sto togliendo delle belle soddisfazioni».

La promozione diretta in Lega Pro è un sogno impossibile, ma il Mezzolara ha quasi ipotecato i play-off. Dopo 26 giornate, sono 13 i gol di Bazzani: «Lo scorso segnai 14 reti, ma visto che ci mancano otto gare sono in regola per migliorare il bilancio… Al di là dei gol, ci tengo a disputare gli spareggi promozione. Quest’anno il livello si è alzato, ma se continuiamo a giocare con quest’intensità e a seguire i consigli di mister Luppi, possiamo continuare a stupire e a divertirci».

Nessun dubbio sul futuro post-pallone: «Voglio intraprendere la carriera di allenatore. Ho già preso il patentino di base e l’idea è quella di iniziare un’avventura in questa nuova veste. Non posso dire con certezza se sarà fra qualche mese oppure nel 2015, ma di sicuro voglio sedermi in panchina e insegnare quanto ho imparato nella mia lunga carriera. La gavetta non mi fa paura: è grazie a quella se sono arrivato in Serie A. Ho avuto la fortuna di avere grandi tecnici in carriera: da Novellino a Cosmi, fino a Prandelli». Un pensiero finale è per la Samp: «Gli anni di Genova sono stati indimenticabili, in coppia con Flachi: l’affetto che mi lega ai tifosi blucerchiati è qualcosa di splendido e l’unico rimpianto è quello di essermi rotto due volte il legamento crociato e non aver potuto fare di più per la Samp in quegli anni».

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