2014
GdS – Okaka: «A Parma non ero considerato. Ringrazio Cassano»
A segno nelle ultime due gare contro Torino e Livorno, Stefano Okaka è ritornato a buoni livelli dopo le difficoltà di Parma e La Spezia: «Contro il Livorno, Mihajlovic ha avuto una grande intuizione tattica. Al rientro abbiamo coperto bene il campo e abbiamo cambiato la partita. Dobbiamo ringraziare Mihajlovic, io in primis perché è stato lui a volermi a Genova, così come Osti». In carriera, Okaka è stato cresciuto da alcuni maestri: «Sicuramente Bruno Conti, che mi portò alla Roma cambiandomi di fatto l’esistenza, ma in questo caso devo citare anche Alberto De Rossi e Luciano Spalletti – raccontata l’attaccante a “La Gazzetta dello Sport” – Sono stati importanti nella mia crescita».
ERRORI GIOVANILI E IL RAZZISMO – Okaka rimembra gli esordi e si rammarica per qualche errore di gioventù: «Ho esordito giovanissimo, ma non tutti nascono Totti, Messi o Cassano, che a 18 anni facevano cose che non riuscivano ad altri. Servono partite su partite e maturare e anch’io ho fatto i miei errori. Forse non affrontavo il lavoro al cento per cento, non ero concentrato solo sul calcio. Va detto che la maturità dà anche equilibrio». Intanto, il fenomeno razzismo non si placa e Okaka è uno di coloro che l’ha subito sui campi italiani: «Una cosa inconcepibile. I bambini non nascono razzisti, lo diventano perché così vengono educati. Sarebbe come vivere in Alaska e odiare la neve».
PARMA E L’AIUTO DI CASSANO – Tra i personaggi del nostro calcio, Okaka dice due parole su Mario Balotelli: «E’ un gran giocatore, ma non lo beccano per il colore della pelle». Sul passato gialloblu di Parma: «Mi sono sempre comportato da professionista, ma da luglio in poi sono sorti sempre dei problemi. Non sono stato mai considerato e non so i motivi». In questo scenario, è stato utile l’aiuto di un famoso ex Samp: «Cassano era un fratello maggiore per me, mi teneva su di morale, si è messo a mia disposizione cercando di aiutarmi – racconta il numero 9 blucerchiato – Posso solo ringraziarlo: Cassano ha raccolto meno di quanto ha seminato in carriera».
ROMA, TOTTI E DE ROSSI – Infine, i ricordi di Roma, dove tutto è cominciato: «Totti e De Rossi sono due giocatori speciali per la mia carriera. Con Daniele avevo legato molto all’epoca della prima squadra, forse perché anche lui proveniva dalla Primavera e quindi mi aveva dato una mano. Con Totti il rapporto è stato straordinario – chiude Okaka – l’ultima volta all’Olimpico è venuto a salutarmi negli spogliatoi, anche se era infortunato».