2014
Ora che si parli della Sampdoria
L’ha detto Sinisa Mihajlovic: ora che si parli di Sampdoria. I punti sono 34, ovvero due in meno del Torino, che settimana scorsa, quando è stato schiantato dai blucerchiati, veniva elogiato per la stagione condotta e per le velleità di Europa League. Ora siamo lì, a due punti dal Toro, matato la scorsa settimana con lo stesso Okaka di oggi.
Essere a 34 punti vuol dire essere a meno sei dall’Hellas, la squadra che per molti avrebbe compiuto un miracolo fino a oggi arrivando a 40 punti. Facile con Toni in attacco, che trasforma qualsiasi cross in gol. Difficile ora che la pedina trionfante del centrocampo, Jorginho, è stato ceduto al Napoli, per compiere quel passo in avanti in classifica che a Verona difficilmente avrebbe compiuto. Sei punti in meno di una squadra che ha vinto una sola volta nelle ultime cinque, che abbiamo eliminato dalla Coppa Italia proprio con Sinisa in panchina e che sfideremo tra due settimane, dopo il lunch time di Bergamo.
Essere a 34 punti vuol dire essere a meno uno dal Genoa e dal Milan. E qui un po’ dispiace, perché i rossoneri al Ferraris di recente hanno strappato e guadagnato il massimo bottino possibile in una partita tra le peggiori dell’armata blucerchiata di Mihajlovic. Partita condizionata da due errori di un da Costa che ora sembra essersi rinvigorito dopo le critiche nel post Diavolo. Una catabasi: scende all’Inferno, poi ne torna fortificato. Enea vi ritrovò il padre, Esmael ha ritrovato la porta inviolata col Torino e qualche sicurezza in più col Livorno.
Ma quel meno uno dal Genoa vale, perché ancora una volta a gennaio sembrava ci avessero battuto dal punto di vista del calciomercato, soffiandoci, ad esempio, Nicolas Burdisso, che doveva venire a rinvigorire la nostra difesa. Meglio così. Abbiamo finalmente scoperto Mustafi, insieme con Joachim Löw. Abbiamo imparato a conoscere Michele Fornasier, che nel momento del bisogno è sceso in campo, adesso anche come terzino destro, confezionando cross che valgono il pareggio col Livorno. La supremazia cittadina ci spetta, ma per scaramanzia – che piace tanto ai tifosi – non diciamo che ci siamo quasi.
Ora, però, con appena sei punti che ci tengono distanti dal settimo posto, che si parli di Sampdoria. Che si parli della Sampdoria di Sinisa Mihajlovic, trascinata da Stefano Okaka, giocatore persosi in Serie B allo Spezia e ritrovatosi oggi a Genova, a pochi chilometri; che si parli di uno scambio che lo ha portato in blucerchiato, spingendo Pozzi verso l’anonimato ducale, a secco di convocazioni. Si parli di questa squadra, che, col calendario a favore, ora può sognare.
Che si parli di Sampdoria. Adesso.