2014
Il presente di Garrone, il futuro di Sinisa
Nessuno conosce il futuro. Nemmeno il mago Otelma. E un contratto non basta per credere che San Sinisa resti con noi. Lo sanno tutti, Edoardo Garrone compreso. “Nessuno si può trattenere con la forza…”. Ma se proprio bisogna scegliere “me lo tengo stretto”. Saggio e decisamente chiaro: “Ha un contratto fino al 2015, non esistono opzioni di rinnovo”. La firma c’è, la voglia di restare non come prima. Ambizioni diverse.
La Sampdoria è questa, non cambierà. Giovane, con campioncini (se Osti non sbaglia!) da crescere, senza obiettivi se non quello della salvezza. Bisogna accontentarsi del buon clima, incrociare le dita e guardare avanti. Credere nella società. #Ostiparloanchedite. Magari nel lavoro di osservatore di Braida. Al Milan si era ridotto a girare per gli stadi, guardare partite su partite, suggerire investimenti umani. Ma nessuno lo ascoltava. Ma ora non si può parlare di Ariedo, annunciare il suo arrivo. “Lo farò più avanti”. Regole che la Samp rispetta, altri magari no.
Vittorie. Valgono anche queste. Un anno fa il Premio Gentleman, dieci mesi dopo il Cartellino Viola. Lo stile c’è, continua a resistere ora speriamo resista alle tentazioni anche Mihajlovic che sogna qualcosa di grande. Inter compresa. Una, poi un’altra sigaretta ancora. Diventano tre. Si chiude con la quarta Marlboro. Ma non c’è ancora la fumata bianca sotto il sole malato di Milano. Parole e ricordi. Verità e qualche bugia buona. Si chiamano così nel calcio. “Perchè dovrebbe parlare di futuro? Non c’è bisogno di farlo…”. Il nostro Pres si sente sicuro, si fida davvero dell’allenatore. Guardiamo i risultati, meglio di tutti. Guarda la persona e lo avvicina a Vujadin. Chi si sbagliava prima? Delio Rossi? Parlano ancora i numeri. E se un anno fa, a maggio, l’avesse mandato via invece di ricoprirlo d’oro? Chi avrebbe storto il nasino? Si parla e lui fuma. “Quando cambi devi essere bravo a scegliere anche la persona giusta…”. Autocelebrazione. #Ostiquestaglielalasciopassare.
L’ha scelto, pure bravo, bravissimo, peccato sia troppo, eccessivamente ambizioso. Vorrei una verità amara. Ora, anzi solo raggiunta quota 40 punti. Vorrei che il mio allenatore, un predestinato ne sono certo, possa essere un grande anche nel dire arrivederci Samp. Arrivederci ballerina. E’ stato bello incontrarti, passare ancora un po’ di tempo con te, vincere un derby, altre battaglie, conquistare un altro anno di A. Vorrei che non fosse bravo solo a trasformare una squadra di brocchi in fenomeni, cambiargli la testa, e poi i piedi. Vorrei che alla domanda sul suo futuro dica quello che pensa, non sempre la solita risposta. Anche una verità amara. La gente capirà. Ti dobbiamo ringraziare. Però basta bugie, anche se sono di quelle buone, per il bene della stagione. Basta con i “non mi piace parlare di futuro, perché penso al presente”, e soprattutto “una volta finito il campionato vediamo che succede”. Non ce lo meritiamo. Ma va via? Ne siamo sicuri? A Milano l’aspettano. Lui o Frank De Boer. Ma se mi sbaglio Sinisa basta dirlo. Basta dire “di futuro non bisogna parlarne, non ce n’è bisogno, rimango a Genova”. In fondo è semplice…