Oneto e la Primavera Samp: «Siamo un ottimo gruppo, sempre unito» - Samp News 24
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2014

Oneto e la Primavera Samp: «Siamo un ottimo gruppo, sempre unito»

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E’ stato uno dei protagonisti sin qui della giovane pattuglia della Primavera di Enrico Chiesa: Edoardo Oneto è uno dei prospetti blucerchiati più interessanti al momento. Classe 1996, per lui sin qui sette reti più al Viareggio, ma il ragazzo pensa alla sfida contro il Torino primo in classifica: «Il Toro è fortissimo e i suoi numeri fanno sicuramente preoccupare. Però anche noi stiamo attraversando un buon momento e ci stiamo preparando bene. Il nostro avvio di stagione è stato un po’ balbettante, ma poi ci siamo ripresi – commenta il giovane attaccante della Samp – Siamo terzi e vogliamo continuare a crescere e far risultati: il nostro obiettivo è di entrare nelle finaline, poi vedremo cosa succederà».

Oneto è originario di Zoaglio: «Ma abito a Lavagna e sono un tifoso sampdoriano. A differenza di mio nonno e mio papà, che sono invece genoani, ma quando mi vengono a vedere secondo me fanno il tifo per la Samp». Il modello a cui assomigliare: «Mi è sempre piaciuto Fernando Torres. Della Samp attuale invece mi piace molto Mustafi: è ancora giovane, ma in poco tempo si è conquistato un posto da titolare e ora la convocazione in nazionale. E’ un bell’esempio per noi». E’ giovane, ma navigato Oneto, che misura le parole: «Il gruppo è la nostra forza: siamo tutti uniti, pronti ad aiutarci a vicenda e lo abbiamo dimostrato nell’ultimo turno contro l’Empoli. Sotto di due gol a 15′ dalla fine, siamo riusciti a pareggiare».

Un commento anche sul suo mister, Enrico Chiesa: «Un grande allenatore, importante per la nostra crescita. Qualche volta si arrabbia, ma lo fa per il nostro bene». Contro il Toro di nuovo la tv a seguire il tutto: «Uno stimolo in più, come lo è andare in casa della capolista con la voglia di giocarcela – dice Oneto a “Il Secolo XIX” – Loro sono fortissimi, anche se con 3-4 giocatori di vent’anni. Noi alla Samp siamo tutti ’94 o ’95 e secondo me è meglio così. Per un fuoriquota in squadra presenta forse più controindicazioni che vantaggi, sia per lui che per chi gioca insieme a lui. Tenteremo di essere i primi a batterli. Se poi vincesse anche la prima squadra, si trasformerebbe in un fine settimana indimenticabile».

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