Maxi Lopez a SampMagazine: «Sognavo un gol sotto la Sud» - Samp News 24
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2014

Maxi Lopez a SampMagazine: «Sognavo un gol sotto la Sud»

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La rivincita di Maxi Lopez si consacra con la vittoria del Derby della Lanterna. Il ritorno in blucerchiato dell’attaccante è bagnato dalla realizzazione personale nella stracittadina e dalla soddisfazione di aver determinato la vittoria nella partita più importante del campionato. Merito anche di Sinisa Mihajlovic che, memore del bel lavoro fatto a Catania con l’attaccante, ha colto l’opportunità di riportarlo a Genova.
«Il mister mi ha dato un’opportunità speciale: quella di tornare a fare il calciatore, cosa che a Catania, per un motivo o per l’altro non potevo più fare. Nel momento in cui ci siamo parlati, guardandoci negli occhi, abbiamo subito sentito lo stesso feeling di quattro anni fa. E, insieme con la società, abbiamo fatto la scelta giusta».

Non tutti i gol sono uguali, soprattutto se dall’altra parte c’è la metà di Genova rossoblù. E sono quei gol che ti cambiano la prospettiva: l’esordio, il Derby, il ritorno in blucerchiato e la voglia di fare bene confluiti in un unico gesto, tanto bello quanto determinante.
«Vedere quella palla oltrepassare la linea bianca mi ha fatto capire di aver voltato pagina, e che il momento buio lo avevo ormai messo alle spalle. Le difficoltà fanno parte della vita e pure le bastonate contro il muso: io, però, sono andato avanti con serenità, concentrandomi ancora di più sul mio lavoro. E sono stato premiato.
Non appena ho realizzato di aver segnato, il mio pensiero è corso subito ai miei tre figli. Valentino, Costantino e Benedicto rappresentano la mia forza e il mio sostegno. Il gol lo dedico a loro, sono la mia esistenza».

«Sognavo di lasciare il segno in una partita tanto importante. Ce l’ho fatta e, all’esordio, ho firmato il gol decisivo proprio sotto la Sud: non potevo davvero chiedere di meglio. Ho vissuto una gioia immensa, una delle più grandi della mia carriera. Ora però – puntualizza l’attaccante sulle pagine di SampMagazine – non voglio fermarmi, voglio continuare a giocare per la squadra e a segnare ancora. Non appena mi rimetterò in sesto da questo piccolo infortunio al dito del piede, non chiederò nulla: mi metterò a completa disposizione e, di sicuro, darò sempre il massimo per questa maglia».

Il ritorno a Genova è un ritorno a casa. Sembra strano, perché effettivamente i mesi che Maxi ha passato nella ridente cittadina ligure sono ben pochi rispetto magari agli anni passati altrove. Ma Genova, a volte, ti tocca il cuore e non riesci più a staccartene. E ci devi ritornare, prima o poi.
«Anche se solo per pochi mesi, a Genova ho trovato un ambiente bellissimo, molto famigliare, riscontrando un prestigio e uno stile che non tutti, in questo mondo, possono vantare. La gente e la città, la società e i compagni, tutto perfetto e a misura d’uomo. Non appena si è parlato del mio possibile ritorno alla Samp, numerosi miei compagni mi hanno scritto augurandosi di rivedermi presto: non sai che piacere mi abbia fatto. Stiamo parlando di un gruppo unico, formato da ragazzi d’oro; stiamo parlando di uno spogliatoio unito che mi ha riaccolto come se non me ne fossi mai andato e che ha meritato di vincere il Derby».

Maxi Lopez e la Sampdoria, un connubio che può veramente portare la squadra blucerchiata a buoni traguardi e, prima di tutto, alla salvezza. I tifosi aspettano quella per poi godersi, con un ampio margine di tranquillità tutto quello che ancora può dare il campionato.
«Giochiamo bene, come probabilmente non accadeva da tempo. Sinceramente non so dove possiamo arrivare al termine della stagione, ma quello che più conta è guadagnare la matematica salvezza, ovvero i 40 punti, al più presto possibile. Poi si vedrà: sono convinto che, con questo tipo di modulo così offensivo e con questa mentalità vincente, ci si possa divertire sul serio. La gente blucerchiata non mi ha mai fatto mancare il proprio apporto e per questo mi sento di ringraziarli. Già nello scorso campionato, subito dopo l’infortunio, i tifosi mi diedero sul piano affettivo molti di più di quello che io, in realtà, ero riuscito a dare sul campo in quella decina di partite. Sono rimasto legato a loro e l’applauso di qualche mese fa, quando arrivai a Marassi da avversario, è stata una grossa soddisfazione. In quella accoglienza ho avuto la dimostrazione di essermi sempre comportato da professionista serio e di essere stato apprezzato. Vederli felici lunedì sera e in questi giorni, sentire il loro calore, per strada, a Bogliasco o su internet , mi ha dato un’emozione unica che porterò nel cuore. Per sempre».

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