Soriano: «Mihajlovic rappresenta la svolta. Nazionale? Non ci penso» - Samp News 24
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2014

Soriano: «Mihajlovic rappresenta la svolta. Nazionale? Non ci penso»

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Cassano lo esaltava quando era ancora in blucerchiato, ma Roberto Soriano sembrava una di quelle promesse che non sboccia mai. Invece, ecco la trasformazione grazie a Sinisa Mihajlovic: qualche pecca c’è ancora (vedi l’espulsione ingenua con l’Udinese), ma il tecnico serbo può vedere in Roberto Soriano il simbolo del suo lavoro. Si chiede al giocatore cosa è cambiato: «Il mister ci ha messo in testa la mentalità di una squadra vincente, ci ha spinto ad andare in campo senza paura, senza temere l’errore. Questo fa tanto e i risultati lo dimostrano».

TRANQUILLITA’ – Intanto ci si domanda cosa sia scattato nell’italo-tedesco, fin lì deludente: «E’ cambiata la fiducia che sento intorno: quando ce l’hai è un conto, quando non ce l’hai tutto un altro – confessa il centrocampista blucerchiato – Per giocare bene è importante sentirsi spalleggiati, sapere di poter anche sbagliare eventualmente». Forse prima Soriano non si sentiva così: «Prima entravo in campo, quando entravo, negli ultimi minuti e con le aspettative di dover magari cambiare la partita. Così non è facile, ti viene l’ansia che se fai due passaggi sbagliati magari ti ritrovi fuori – racconta il numero 21 della Samp a “Il Secolo XIX” – Mihajlovic l’ha tolta questa paura, ci dice di giocare e non temere nessuno. Poi si perde o si vince, ma senza più la stessa angoscia».

DERBY – Mihajlovic rimase impressionato da un colpo a effetto di Soriano in un allenamento del giovedì: «Lui è arrivato con la carica giusta e l’ha trasmessa a tutti. Sui colpi che mi vengono solo in allenamento dico che c’è una bella differenza tra tentare una giocata a Bogliasco e farlo la domenica in partita. C’è il problema della fiducia che dicevo: se hai paura di sbagliare, non ti viene niente». Sul derby vinto lunedì sera e le emozioni provate: «Fantastiche. Qui a Genova è una di quelle partite che dura più di 90′, la gente non parla d’altro, ora tutti ci fermano per strada e ci fanno i complimenti. E’ bellissimo». Bella anche la prova di Soriano, che si sta trovando bene a sinistra: «Sì, sono nato giocando centrale al Bayern Monaco o rifinitore di sinistra. E’ la mia posizione naturale, mi consente di provare a saltare l’uomo e accentrarmi. Il mister tiene molto alla fase difensiva e sto cercando di farla bene».

GOL E CENE – Forse però il centrocampista tira poco da fuori: «Questo è il mio difetto, lo so, me lo dicono anche i miei genitori quando ci sentiamo dopo la partita. Il problema è che cerco sempre di avvicinarmi alla porta mentre dovrei provarci da fuori – confessa Soriano, 22 anni – Sto lavorando su questo. Facessi qualche golletto non sarebbe male». In effetti, uno l’ha fatto con il rimpallo contro la Lazio: «L’unica cosa vera è che per quel gol non ho ancora pagato la cena ai compagni, purtroppo ora con quest’intervista se lo ricorderanno e mi costringeranno». Forse anche Maxi dovrà pagare qualcosa: «Beh, come minimo una cena! Sono contento per lui, lo siamo tutti nello spogliatoio. Ma ora offra…».

MANOLO E NAZIONALE – Non solo lui, ma anche Gabbiadini è stato spostato nella nuova posizione, seppur sul lato destro: «Manolo è forte, lo conoscevo già perché abbiamo giocato insieme nell’Under 21. Di lui invidio il fatto che tira più di me; c’è da dire che ha un sinistro più potente e spara da fuori». Infine, ci si chiede se Soriano sogni la nazionale: «La maggiore? Ma scherzate?! Dico la verità, mai pensato per un secondo. Visto che non ho più l’età per l’U-21, escludo di poter giocare in azzurro – ammette schiettamente il giocatore blucerchiato – Sono uno con i piedi per terra, voglio continuare a crescere con la Samp. Poi se capitasse un miracolo, che discorso!».

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