Giovanni Ravano e la “nuova” Samp: «È cambiata notevolmente» - Samp News 24
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2013

Giovanni Ravano e la “nuova” Samp: «È cambiata notevolmente»

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La Sampdoria sta vivendo un periodo difficile, una situazione che nessuno avrebbe pronosticato ad inizio stagione: il tutto è culminato con l’esonero di mister Delio Rossi, che ha pagato le conseguenze degli scarsi risultati raccolti fin qui.

A tal proposito, per commentare il difficile momento blucerchiato, la redazione di calcionews24.com, ha contattato in esclusiva Giovanni Ravano doriano doc e nipote d’arte, in quanto il suo bis nonno è l’indimenticato Presidente Alberto Ravano.

Un confronto tra la “sua” Sampdoria e quella attuale, un parallelo tra passato e presente: «La Samp è cambiata notevolmente, io appartengo alla “vecchia Guardia”, anche se ero piccolo l’Era Mantovani me la ricordo molto bene, mi ricordo il senso di Famiglia, il senso di rispetto e la mentalità vincente che si respirava a Bogliasco, era un gruppo compatto non solo in campo ma anche nella vita quotidiana».

Ma quei tempi sembrano molto lontani, adesso la Sampdoria sta vivendo situazioni opposte. Alla Sampdoria sono passati molti uomini, calciatori, dirigenti e presidenti, differenti tra loro: «L’epoca del bis Nonno Alberto è diversa rispetto a tutte le altre dirigenze. Mio Bis nonno, aveva un rapporto diretto con tutti i membri della Sampdoria, dai calciatori allo staff. Puntava molto sul settore giovanile, la squadra Primavera vinse per ben 2 volte il prestigioso Torneo di Viareggio” – e ancora prosegue Giovanni – .Se paragono l’Era Ravano all’era Mantovani, trovo anche delle analogie, grandi uomini lungimiranti, grandissimo senso degli affari e uomini vincenti, con una passione estrema, insomma erano uomini di qualità».

Oggi invece le cose vanno male, purtroppo, perché a quanto pare sono stati commessi degli errori: «La Samp di adesso ha smarrito la sua identità, pensano più al marketing, al merchandising, all’immagine, ma alla fine dei conti nel calcio bisogna “buttare la palla dentro” nel senso che sono le vittorie che contano ed è il campo che parla. Bisogna mettere le persone al posto giusto, all’epoca di Mantovani, c’era un Signore di Modena il Dott. Paolo Borea, direttore Sportivo, lavorava in silenzio, lavorava bene, comprava giocatori di talento e poi li faceva crescere nella famiglia Sampdoria, aveva grande occhio e di calcio ne aveva masticato molto. La dirigenza di oggi non è, dal mio punto di vista, non è pronta non è sufficientemente  preparata per la Sampdoria, non è concreta, e poi manca la cosa fondamentale, che ogni persona deve mettere nel suo lavoro ma anche nella vita, la PASSIONE!».

Ma per fortuna c’è ancora tempo per rimediare a questa situazione, siamo a metà novembre e la società ha necessità di risollevarsi: «Io sono sampdoriano, soffro per la mia Samp, non mi piace come viene gestita, non mi piace quello che vedo in campo, non vedo qualità ma molta mediocrità, non vedo umiltà, non vedo l’impegno e la fame di vittoria. Secondo me, bisogna lavorare sulle grandi lacune che il nostro gioco esprime, ma lavorarci seriamente, tutto il giorno, mantenere un livello di concentrazione altissimo e a gennaio comprare 34 giocatori di qualità, di spessore e che sappiano lottare in campo. Il reparto difensivo è lento e macchinoso, a centrocampo dobbiamo essere più incisivi e “cattivi” ed essere più veloci ad impostare il gioco offensivo. In attacco siamo discreti, ma con grossi margini di miglioramento, siamo un p’o troppo “leggeri” fisicamente».

Infine l’augurio di Giovanni Ravano per la Sampdoria, un pensiero comune a tutti i veri tifosi blucerchiati: «Il mio augurio per la Samp è di trovare la forze e la passione per arrivare ad una tranquilla salvezza a fine campionato. Ai giocatori dico onorate la maglia, ma soprattutto tutti i tifosi dell’ U.C. Sampdoria».

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