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Griglia di partenza: la Sampdoria dietro le grandi

Avatar di Emanuele Pagliano Migliardi

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Ipotizziamo la griglia di partenza della Serie A al termine del calciomercato: sono cambiati gli equilibri?

È calato il sipario sul calciomercato e, finalmente, si può tornare a parlare del calcio giocato. Ogni anno, in questo periodo, si fanno bilanci più o meno ponderati su come si presentino le squadre al nastro di partenza. In realtà il campionato di Serie A è già cominciato, ma mai come quest’anno i colpi finali potranno cambiare gli equilibri tra le squadre partecipanti. Idealmente possiamo dividerle in tre grandi gruppi: le sette sorelle, le squadre a metà classifica e quelle che lotteranno per non retrocedere. La griglia di partenza, prendendo spunto dalla Formula Uno, vede davanti le sette realtà che – per bacino di utenza, investimenti e ovviamente risultati – lotteranno per i posti che contano: scudetto, qualificazione in Champions League ed Europa League. Segue un folto gruppo composto da quelle che – come fece l’Atalanta la scorsa stagione – proveranno a essere la sorpresa del campionato; chiude la griglia quel gruppetto il cui obiettivo è la salvezza. Vediamo nel dettaglio come sono cambiate le forze in campo.

Juventus

Non possiamo pensare che la Juventus, forte degli investimenti fatti in questa sessione di mercato, non lotti per la prima posizione della classifica. Si potrebbe obiettare, come del resto stiamo per fare, che la squadra di Allegri si sia parecchio indebolita. È vero, il reparto arretrato ha registrato due addii importanti: Dani Alves e Bonucci davano sicurezza e esperienza ad una retroguardia che ora può contare solo su Chiellini-Benatia/Rugani come centrali e Lichsteiner/Alex Sandro come esterni. Gli innesti dall’altra parte sono due bei punti interrogativi: De Sciglio, una scommessa; Howedes, acquisto di spessore ma che dovrà calarsi negli schemi del tecnico. Dietro si balla e il VAR sicuramente aggiungerà “pepe” alla situazione. Il reparto dove la Vecchia Signora è intervenuta in maniera più decisa è il centrocampo, mantenendo però le pedine principali e aggiungendo parecchi innesti. Allegri è partito in campionato senza però usufruire appieno delle nuove risorse: Douglas Costa, Matuidi hanno fatto il loro ingresso a partita in corso, stessa cosa può dirsi per Bernardeschi e Bentancur. I titolari inamovibili – ad eccezione per Marchisio nuovamente infortunato – sembrano essere Pjanic, Cuadrado e Khedira. L’attacco è sempre fortissimo: Dybala-Higuain-Mandzukic fanno invidia a tutta la Serie A. Se Allegri saprà integrare i nuovi arrivati nel suo collaudato undici di partenza sarà interessante capire quali saranno le contromosse dei suoi avversari.

Napoli

Anche se sul mercato non hanno messo a segno nessun acquisto eclatante, il Napoli resta una delle favorite per lo scudetto. Non sempre cambiare è sinonimo di migliorare. A volte, come nel caso dei partenopei, squadra che vince non si cambia. Sarri dovrà lavorare su altri aspetti: la tenuta mentale nell’arco dei novanta minuti nonchè quella nell’arco del campionato. Il Napoli è il primo avversario del Napoli: come riesce a complicarsi l’esistenza – e le partite – da solo, nessuno è in grado di farlo. Il tecnico toscano non dovrà lavorare sull’amalgama di nuovi giocatori, ma sul cambio di passo del suo undici. Il reparto avanzato dei partenopei deve assolutamente trovare la continuità realizzativa: Mertens è obbligato a confermarsi sui livelli della scorsa stagione, Insigne essere il leader di questa squadra, il centrocampo non solo fare filtro, ma cominciare a segnare. Forse l’acquisto “non acquisto” di questa stagione sarà Milik: il suo apporto nello scorso campionato è stato praticamente nullo, l’inizio di questo è stato caratterizzato dal gol, che sia lui l’asso nella manica di De Laurentiis?

Inter

La squadra nerazzurra non ha fatto la rivoluzione. Sul mercato gli interventi sono stati mirati a migliorare la difesa e il centrocampo: i risultati si sono visti nelle prime due uscite ufficiali. Non si può nemmeno dire che gli avversari fossero poca cosa: Fiorentina e Roma, due vittorie nette e pulite. Come nel caso del Napoli possiamo parlare di un acquisto “non acquisto”: Mauro Icardi si candida non solo alla vetta della classifica cannonoieri ma ad essere il trascinatore del gruppo di Spalletti. E parliamo anche del tecnico: laddove a Roma non riuscì ad esprimersi, all’Inter sarà decisivo. Il suo modo di far giocare, di rapportarsi con la squadra, di esserne il leader dalla panchina, farà la differenza. Gli acquisti hanno impreziosito l’undici di partenza: Skriniar, nostra conoscenza, ha ancora qualche momento di incertezza e ingenuità, compensato però da una forza fisica e da una maturazione continua che lo renderanno uno dei difensori più forti in circolazione. Borja Valero-Vecino, dalla Fiorentina, si sono ambientati immediatamente e hanno cambiato un centrocampo che aveva bisogno di essere registrato. La cessione di Kondogbia, il recupero di Brozovic e – senza dubbio – l’aver trattenuto Perisic sono il valore aggiunto di questo scacchiere. La squadra resta però debole sugli esterni bassi.

Milan

La squadra rossonera la rivoluzione invece l’ha fatta. Cambiare quasi 9/11 della formazione iniziale significa stravolgere completamente tutti gli equilibri. Un dato positivo è che gli acquisti sono stati fatti tutti nella prima parte della sessione estiva, permettendo a Montella di lavorare in ritiro con quasi tutti i nuovi arrivi. Il primo acquisto che va sottolineato è quello che ha indebolito la Juventus: Bonucci in mezzo alla difesa, nominato capitano sul campo, è stato il colpo più importante. Si inserisce in una linea già di livello con Romagnoli, Conti – altro acquisto di spessore – e Rodriguez. Confermando Donnarumma è innegabile che siano la difesa più forte della Serie A. Perché allora solo quarti in questa classifica? Le perplessità sono sul centrocampo e l’attacco. Nelle prime due uscite, complice l’infortunio di Biglia che ha tolto una pedina a Montella, sono state le reti di Cutrone a fare la differenza. Stiamo chiaramente facendo le pulci ad un organico creato per centrare almeno la Champions League: Kessié dovrà dimostrare di essere più concreto della scorsa stagione, Calhanoglu calarsi nei ritmi della Serie A e cominciare a pungere con le sue punizioni,  André Silva e Kalinic per ultimi dovranno cominciare a mettere il loro nome tra i marcatori.

Lazio

La squadra biancoceleste sarà sicuramente una conferma in questo campionato. La partenza di Biglia e Keita non si può dire siano state indolore indolore, ma Inzaghi ha dimostrato di poter sopperire alle mancanze con un gruppo intelligente. Il doppio fronte su cui dovranno dividersi metterà alla prova soprattutto il tecnico nonchè l’organico. Senza dubbio la scelta coraggiosa di schierare titolare dal primo minuto un giovane come Palombi significa che Inzaghi non si preclude nessuna strada. Punto fermo sarà Immobile, sulle sue spalle infatti sarà tutta la squadra. Interessante l’acquisto di Nani che con Lucas Leiva a centrocampo dovranno trovare i giusti ritmi. Nel reparto però il giocatore più temibile resta Milinkovic-Savic, nell’anno che sarà della sua consacrazione.

Roma

L’acquisto di Schick ha impreziosito l’organico di Di Francesco, ma restano ancora molte perplessità. Indicare la squadra giallorossa dopo quella allenata da Inzaghi ha solo una motivazione, ed è proprio relativa al cambio in panchina. Mentre i biancocelesti sono forti della continutà tecnica, i giallorossi hanno cambiato “manico“. L’addio di Totti non sarà così penalizzante, seppur abbia spesso tolto qualche castagna dal fuoco nella scorsa stagione. La partenza di Salah invece è tutt’altra cosa e bisogna vedere se sia stata adeguatamente compensata. Defrel-Schick sono chiamati prendere il posto uno dell’egiziano, l’altro a fare il vice di Dzeko. Il bosniaco sarà l’ago della bilancia: i suoi gol, il suo rendimento e la continuità realizzativa saranno determinanti per vedere fino a dove potrà spingersi la squadra giallorossa. A centrocampo Nainggolan, Perotti e il ritrovato El Shaarawy non sono pedine da tralasciare nella nostra analisi, ma sicuramente dovranno dare un apporto superiore a quello visto nelle prime due gare di questo campionato. La difesa non è cambiata molto rispetto alla scorsa stagione, si registra l’ingresso di Hector Moreno, non ancora utilizzato da Di Francesco. Allison invece è una bella incognita tra i pali della squadra romana.

Sampdoria

L’aver battuto il Benevento e la Fiorentina ha sicuramente inciso nella valutazione. Come ha inciso il doppio colpo di mercato operato alla fine della sessione estiva. Il valore aggiunto è rappresentato da Giampaolo: il tecnico è molto legato ai suoi schemi di gioco e quello che potrebbe sembrare un limite, a lungo andare rappresenterà un punto di forza. Le sue squadre finiscono sempre per giocare a memoria, con un modulo collaudato e con dei fraseggi importanti. Il mercato ha fatto registrare quattro addii pesanti: Skriniar che aveva alzato un muro davanti alla difesa, Muriel e Schick autori di 22 dei gol realizzati nello scorso campionato e Bruno Fernandes. Così come ci sono state le uscite, i blucerchiati sono stati attivi nelle entrate: Ferrari, profilo fondamentale per sostituire Skriniar, Murru per rafforzare la corsia mancina, Ramirez un vero gioiello capace di dare profondità e cambiare la trama del gioco dei blucerchiat e Kownacki che Giampaolo dovrà trasformare in un secondo Schick. Probabilmente se fossero rimasti questi gli innesti la valutazione sarebbe stata leggermente diversa, ma l’ingresso di Zapata e Strinic eleva la Sampdoria proprio sotto le grandi.

Torino

Urbano Cairo ha cambiato molto, ma non ha toccato i punti fissi dello scacchiere a disposizione di Mihajlovic. Il Torino ha quel valore aggiunto dovuto al carisma del suo allenatore, ma soprattutto all’aver trattenuto – contro ogni offerta multi milionaria – un campione come Belotti. L’ossatura offensiva del Torino è rimasta la medesima: Ljajic, Iago Falque e il Gallo deputati a fare gol, verranno aiutati dai nuovi innesti  M’Baye Niang, e Alex Berenguer. A centrocampo Rincon e in difesa l’ingresso di N’Koulou hanno alzato di molto il tasso tecnico della squadra.

Fiorentina

Un nono posto che, se non cambia il trend dei risultati, potrebbe portarla a lottare per non restare invischiata nella lotta per non retrocedere. Logico, squadre messe peggio ce ne sono, ma questo non significa che potenzialmente una big non possa incontrare un momento negativo. La Fiorentina ha fatto una vera e propria rifondazione: via Ilicic, Kalinic, Bernardeschi, Borja Valero e Vecino perni di quella che fu la squadra di Sousa, sono arrivati altri giocatori. Astori, Chiesa e Badelj sono gli unici collegamenti con il passato. La difesa è nuova con tre elementi su quattro acquistati in questa sessione di mercato, il centrocampo ha qualità ma deve ancora rodare, l’attacco è tutto sulle spalle di Simeone che – a parte i primi sei mesi al Genoa – ha ancora tutto da dimostrare. Un organico da sistemare e un allenatore nuovo, Pioli, che deve mettersi a lavoro: l’ingresso di Thereau sicuramente porta esperienza ma non può essere considerato un crac per la prossima stagione.

Atalanta

Esattamente a metà collochiamo l’Atalanta. Gasperini andò via dal Genoa affermando che era stufo – ogni anno – di dover ripartire da zero con una squadra smantellata in sede di mercato. Ed è questo che è successo anche con gli orobici. Con l’impegno duplice di campionato e EL sarebbe stato più avveduto cambiare il meno possibile, rafforzare e non perdere giocatori a cui il tecnico era affenzionato. Uno su tutti, quello che proprio Gasperini non ha sopportato veder partire è stato Conti. Negl’ultimi quindici giorni poi la polemica legata a Spinazzola, altro importantissimo giocatore che il tecnico ha rischiato di perdere per il capriccio di voler passare alla Juventus anzitempo, non ha aiutato a portare a casa punti nelle prime due gare. Come la Fiorentina anche l’Atalanta dovrà fare molta attenzione perché perdere terreno potrebbe significare trovarsi a lottare per non finire nelle posizioni calde della classifica.

Le altre formazioni, squadre da medio-bassa classifica

Dividiamo le altre squadre in due gruppi, il primo delle “a rischio retrocessione” il secondo delle squadre da “media-bassa” classifica. Non è per un mal riposto senso di superiorità che mettiamo la Sampdoria settima e altri organici – che qualcuno potrebbe considerare allo stesso livello – più in basso. Il valore aggiunto della squadra di Giampaolo è il tecnico stesso. Le squadre che navigano a vista in una posizione di classifica medio-bassa saranno Chievo, Genoa, Cagliari, Bologna e Sassuolo. Subito sopra alla zona calda delle squadre a rischio retrocessione collochiamo il Genoa, smantellato e ricostruito dalle sue ceneri. Alcune operazioni di mercato risultano quantomeno singolari, altre decisamente inconcepibili. Di grande giocatore resta il solo Perin, la cessione di Simeone in attacco toglie qualità alla rosa. Galabinov al suo primo anno in Serie A deve ancora dimostrare tutto, sugli esterni è rimasto sia Lazovic che Laxalt, entrambi noti per fare una partita su due in grazia di Dio. Per non parlare dell’età media decisamente alta che non aiuta. Cagliari-Bologna-Sassuolo sono sullo stesso piano: i neroverdi hanno un nuovo tecnico e subito forti perdite di organico, i rossoblu mantengono Rastelli, si rafforzano con Pavoletti – acquisto dell’ultima ora – ma perdono Borriello. Il Bologna mantiene l’ossatura dello scorso campionato e spera di riuscire a salvarsi senza troppi patimenti. Infine arriviamo al Chievo, quella squadra che ogni anno sembra che debba retrocedere e che poi – con convinzione o fortuna – si salva sempre ad inizio febbraio mollando i remi in barca per tutto il resto della competizione. La squadra di Maran si è rafforzata con l’ingresso di Pucciarelli dall’Empoli, non ha perso Castro e Birsa, due giocatori fondamentali, e non perde Inglese all’ultimo giorno di mercato. Non ci si può sbilanciare con i clivensi perchè restano la variabile impazzita della Serie A.

Le altre formazioni, squadre a rischio retrocessione

Le squadre a rischio retrocessione sono Udinese, smantellata, Spal, Benevento, Crotone e Verona. Partiamo proprio dagli scaligeri: il Verona è appena tornato in Serie A e già rischia di doverla salutare. La squadra di Pecchia sembra debole in attacco e altrettanto traballante in difesa, non aiuta per nulla il problema legato ad alcune tensioni interne. Il Crotone vorrà provare a salvarsi di nuovo, ma è difficile sperare che possa accadere se il gioco resta quello visto nelle prime due giornate – seppure il calendario non fosse dei migliori -. La Spal è stata costruita per salvarsi e il Benevento si è rafforzato proprio negli ultimi giorni di mercato: queste due realtà sono più organizzate, hanno un gioco migliore – seppur gli Stregoni siano ancora molto arroccati in un gioco da Serie B – e possono contare su giocatori capaci di risolvere le partite. L’Udinese finisce in questo gruppo per il mercato “scriteriato” messo in atto: Lasagna non è un acquisto che può sopperire alle tante partenze, Jankto e Fofana per quanto siano al loro secondo anno in Serie A hanno ancora tante lacune tecnico tattiche da dover colmare, la difesa è sperimentale.

 

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